After Work: il film che si interroga su un futuro senza lavoro
Dal 15 giugno al cinema il film "After Work" sconvolgerà le nostre convinzioni sul mondo del lavoro. La pellicola di Erik Gandini esplode infatti tutte quelle questioni sospese che vertono sul tema, costringendo il pubblico a riflessioni epocali. Il trailer
C’è un italiano, un americano, un coreano e un kuwaitiano: potrebbe sembrare l’incipit di una barzelletta, ma in realtà sono i personaggi protagonisti del nuovo film “After Work” del regista Erik Gandini.
IL FILM “AFTER WORK”
Come suggerisce il titolo, la pellicola è un documentario incentrato sul rapporto che gli individui hanno oggi con la propria occupazione professionale, in diverse parti del mondo. Ciascuno di loro spiega e illustra davanti alla cinepresa le mansioni che ricopre, il tempo che impiega per farle, quanto è soddisfatto del proprio lavoro e in che misura questo lascia spazio alla vita privata. Si scoprono così risvolti ambigui, come diverse forme di sfruttamento, fenomeni di dipendenza da lavoro, falsi impieghi, mobbing, ma certamente l’indagine parte dall’assunto che il lavoro resta un’attività cardine nella vita della maggior parte della popolazione adulta mondiale. Oltre alle differenze culturali e strutturali riscontrate nei vari Pesi, c’è poi un fatto inevitabile che accomuna tutti: “La maggior parte dei lavori esistenti oggi potrebbe scomparire nei prossimi 15 anni per via dell’automazione e dell’intelligenza artificiale“, come recita la sinossi ufficiale.
UN FUTURO SENZA LAVORO
“After Work esplora cos’è oggi l’etica del lavoro e come potrebbe essere un’esistenza libera dal lavoro” suggerisce ancora la sinossi, stimolando necessariamente nel pubblico una riflessione che pende da tempo sulle nostre teste. Sin da bambini siamo educati, orientati a divenire futuri lavoratori: dalla caratterizzazione dei personaggi di fantasia che popolano l’infanzia, sino alla scelta concreta dell’indirizzo di studi, per non parlare della nostra Costituzione che recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. La disoccupazione e i NEET sono indici nefasti, ma il film “After Work”, in sala dal 15 giugno distribuito da Fandango, ribalta il punto di vista: come spiega il regista Erik Gandini: “Attraverso il metodo del What-if? Cosa faremo quando non dovremo più lavorare? Questo film non è fatto con l’intenzione di ritrarre le cose come sono. Piuttosto come potrebbero essere. È girato nel presente, con l’obiettivo di creare una proiezione nel futuro. Il futuro attraverso il presente”.
Roberta Pisa
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