The Little Prince(ss), il tenero corto Disney che celebra il Pride Month
The Little Prince(ss) è il cortometraggio Disney visibile online che celebra il Pride Month: una trama semplice ma toccante per affrontare il tema dell'inclusività sin dall'infanzia. Ecco il video
Due bambini fanno amicizia a scuola, come succede a tutti, ma i pregiudizi degli adulti minano il legame tra i due: è questa la trama semplice, ma niente affatto scontata di The Little Prince(ss), il cortometraggio lanciato da Disney in occasione del Pride Month, volto a celebrare l’orgoglio LGBTQ.
THE LITTLE PRINCE(SS), IL CORTO DISNEY
Quando Rob (Ching Yin Ryan Hu), nuovo arrivato alla scuola elementare, fa amicizia con Gabriel (Kalo Moss), amante del balletto, scopre un animo gentile e sensibile, che si diverte a guardare il mondo in rosa, attraverso il velo di un tutu. I due bambini stringono subito amicizia, sebbene a Rob suoni strano che un maschietto pratichi la danza. Gabriel, per tutta risposta, spiega candidamente che il balletto di New York vede salire sul palco numerosi ragazzi. Mentre Rob affronta il difficile inserimento scolastico, con prese in giro da parte dei compagni, Gabriel si mostra con lui sempre affabile e disponibile. Nonostante ciò, il padre di Rob non vede di buon occhio quel nuovo amico del figlio, sempre vestito di rosa, che prende lezioni di danza e ama le barbie. La diversità del bambino e la frequentazione dei due lo preoccupa a tal punto da indurlo a parlare con i genitori di Gabriel: è qui che i pregiudizi degli adulti si scontreranno con la naturalezza e l’innocenza dell’infanzia, in un finale tenero, che fa riflettere.
LA DISNEY E I TEMI LGBTQ
Non è semplice affrontare i temi dell’inclusione all’interno dell’immaginario dei più piccoli, non tanto per l’approccio dei bambini, quanto per la reticenza degli adulti. Sembra infatti evidente che il corto The Little Prince(ss), diretto da Moxie Peng, è proprio rivolto ai genitori: un richiamo a non commettere l’errore di instillare nei figli quei preconcetti dannosi, capaci di generare barriere e chiusure, divisioni e dolori inutili. La Disney, dopo aver fatto mea culpa per molti prodotti realizzati in passato, come Dumbo, gli Aristogatti o Il Libro della Giungla, ritenuti colpevoli di veicolare stereotipi e messaggi “dannosi e denigratori”, dopo 100 anni di onorata attività, vuole farsi paladina di inclusività. Ne è un esempio l’introduzione, nel recente Lightyear – La vera storia di Buzz, di un personaggio di nome Alisha, la migliore amica del protagonista, che nel film sposa la sua compagna e insieme hanno un figlio. Sarà pure un’operazione di Rainbow Washing, ma i cambiamenti, per essere radicali, devono partire proprio dall’educazione delle nuove generazioni.
Roberta Pisa
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati