Un museo dell’Olocausto nel videogioco Fortnite

I videogames sono ormai veri e propri mondi paralleli e Fortnite ce ne dà l'ennesimo esempio: i giocatori possono ora imbattersi in "Voices of the Forgotten", un vero e proprio museo sull’Olocausto volto a combattere l'antisemitismo. Eccolo in un video

Voices of the Forgotten è un museo digitale dell’Olocausto ideato dallo sviluppatore di videogiochi Luc Bernard e visitabile proprio all’interno di un videogioco, Fortnite di Epic Games.

Da Light in the Darkness a Voices of the Forgotten

Dopo aver tentato di realizzare una decina di anni fa Imagination Is The Only Escape, un videogioco (mai distribuito) ambientato durante l’Olocausto, Bernard ha diretto The Light in the Darkness, in parte sviluppo di quel precedente progetto. The Light in the Darkness racconta, attraverso una breve serie di scene, la vita di una famiglia ebrea in Francia prima e durante la seconda guerra mondiale ed è disponibile gratuitamente per Playstation 5 e per PC sull’Epic Games Store, la piattaforma di distribuzione online di Epic Games.

Perché un museo dell’olocausto in Fornite?

Per spiegare perché dopo The Light in the Darkness abbia sentito la necessità di questo museo digitale dell’Olocausto, Bernard cita il sondaggio Holocaust Knowledge and Awareness Study della Conference on Jewish Material Claims Against Germany (Claims Conference), secondo cui l’80% della popolazione adulta statunitense non ha mai visitato un museo dell’Olocausto. La situazione è anche più preoccupante. Secondo un altro sondaggio della Claims Conference, l’U.S. Millennial Holocaust Knowledge and Awareness Survey, 1 persona statunitense su 10 tra i 18 e i 39 anni afferma di non aver mai neanche sentito nominare la parola “Olocausto,” e altrettante non son certe che sia davvero accaduto (l’11% lo ha sentito nominare, sa che è accaduto ma dice che è stato provocato dalla popolazione ebrea). Anche in Italia, un sondaggio Ipsos diffuso in occasione del Giorno della Memoria 2023 svela che 1 persona italiana su 10 non è convinta che l’Olocausto sia avvenuto. L’antisemitismo è molto diffuso nelle comunità videoludiche e in generale nelle comunità online, tra le prime a sentire l’influenza dell’ascesa dell’estreme destre statunitensi, e infatti l’apertura del museo Voices of the Forgotten è stata rimandata dopo una serie di attacchi da parte di Nick Fuentes, una delle principali personalità della galassia negazionista nordamericana.

Voices of the Forgotten e Fortnite

L’obiettivo di Bernard con il museo Voices of the Forgotten è di raggiungere le persone più giovani dove già si trovano, cioè per esempio all’interno del popolare videogioco Fortnite. Fortnite è noto soprattutto per la sua modalità principale Battle Royale, in cui cento sfidanti raccolgono risorse, costruiscono e combattono con pistole, mitra e lanciarazzi su un’isola finché non sopravvive una persona sola (o una sola squadra in caso di partite a squadre). Ma Epic Games ha anche rilasciato una versione semplificata dei suoi strumenti per lo sviluppo di videogiochi, il diffuso Unreal Engine, per permettere di creare esperienze alternative, chiamate “isole,” all’interno di Fortnite, e Voices of the Forgotten è uno dei risultati di questa iniziativa. In Voices of the Forgotten non sono inoltre utilizzabili molte delle funzioni di Fortnite: non ci sono armi, per esempio, e non è possibile attivare animazioni speciali (le “emote”). Resta il dubbio su a chi sia effettivamente indirizzata questa operazione, cioè quale è il pubblico che va esplicitamente a cercare un museo dell’Olocausto tra le esperienze giocabili all’interno di Fortnite. Tra l’altro, per capire di cosa il museo sta parlando è necessaria già una certa conoscenza degli eventi, perché manca un racconto organico dell’Olocausto, della
seconda guerra mondiale e del contesto storico. L’unico evento chiave dell’ascesa del nazismo che viene esplicitamente affrontato è la Kristallnacht, la notte dei cristalli (9-10 novembre 1938). Quello che il museo fa, invece, è approfondire, con una prospettiva meno eurocentrica del solito, una serie di eventi e di personaggi spesso dimenticati o comunque poco noti. Come Bernard ha ammesso parlando con The New York Times, gran parte delle didascalie sono però meri adattamenti da Wikipedia. E pur avendo l’occasione di creare uno spazio appositamente pensato per le necessità di Voice of the Forgotten, si è scelto di ricreare in Fortnite uno spazio museale che imitasse le strutture espositive del mondo fisico, pur non avendone i bisogni. Si tratta, tra l’altro, di un ambiente che non suggerisce alcun chiaro percorso tra le sue sale e che si dimostrerebbe inadatto anche a molti allestimenti tradizionali.

Come entrare nel Museo dell’’Olocausto in Fortnite

Comunque, a differenza di altri simili esperimenti, il museo dell’Olocausto in Fortnite è almeno piuttosto semplice da raggiungere. Fortnite è disponibile gratuitamente per PC, console e dispositivi Android. Dopo aver installato il gioco (se non lo avete già) basta aprirlo, entrare nel menù di selezione della modalità, inserire il “codice isola” di Voices of the Forgotten, 1511- 8598-6202, e avviare la partita.

Matteo Lupetti

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Matteo Lupetti

Matteo Lupetti

Diplomato in Fumetto alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze nel 2010, gestisce il collettivo di fumettisti indipendenti Gravure e scrive di videogiochi per varie testate italiane ed estere. È diplomato in sommelerie all’interno dell’associazione FISAR ed è direttore artistico…

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