La storia di Villa Rosa in Puglia al centro della nuova opera di Alessandro Tricarico
Nel cuore del Gargano, sul Golfo di Manfredonia, c'è una dimora abbandonata che racchiude una dolce storia d'amore. Si tratta di Villa Rosa, le cui vicende sono ora narrate in un poetico fotoromanzo di Alessandro Tricarico
“Per te o mia Rosina questa villa che tutta la mia vita ormai rinserra, io volli progettare e costruire. Disagi, avversità, violenze infami non valsero a fermare il mio cammino, più forte fu la fede più forte ancor l’amore VINSI! E la tua reggia alfin dal sol baciata da mille e mille piante profumata brillò su questa arida pietraia. Ma tu la mia fatica compiuta non vedesti! Dal ciel mi sorridesti e il tuo sorriso Fu tutto il premio ch’io avea sognato. 1940 – XVIII”.
Villa Rosa: storia di un pegno d’amore a Manfredonia
Questa è la poesia un tempo incastonata nella sala d’ingresso della splendida Villa Rosa a Manfredonia: narra la storia di un grande amore che legò il Cavalier Vincenzo D’Onofrio, illuminato imprenditore della pasta, alla moglie Rosa, a cui dedicò la costruzione della dimora. La conclusione dei lavori, tuttavia, avvenne pochi anni dopo la morte prematura dell’amata consorte, che non poté godere dei suoi agi e della vista unica sul golfo di Manfredoni, se non “dal ciel”, come recita la dedica.
Siamo negli anni ’40 e di lì a poco Foggia, allora importante snodo ferroviario e logistico, subirà pesanti bombardamenti degli aerei alleati, con un’inenarrabile perdita di vite umane. È il 1943 e l’esercito alleato requisisce Villa Rosa al D’Onofrio per stabilirvi un distaccamento del comando, distruggendo così il sogno romantico che aleggiava nelle sue sale e nel rigoglioso giardino, adorno di ulivi e mandorli.
Per la sfortunata Villa Rosa è l’inizio di una serie di peripezie che la porteranno nell’attuale stato di abbandono: successivamente venduta dagli eredi D’Onofrio al Monsignore Andrea Cesarno, verrà poi trasformata in una casa di cura per anziani. L’incuria in cui versava la Villa farà sì che fosse commissariata. Ma su questa architettura dallo stile Eclettico, unico esemplare presente nel territorio, continua ad aleggiare la dolce storia d’amore di Vincenzo e Rosa, ora narrata da un poetico cortometraggio.
Il cortometraggio “Villa Rosa” di Alessandro Tricarico
Il film si intitola “Villa Rosa” e porta la firma dell’artista fotografo Alessandro Tricarico, noto per le sue gigantografie dedicate a tipi umani ai margini, dagli anziani pescatori pugliesi ai clochard. Stavolta Tricarico, classe ’86, si cimenta in un lavoro più articolato, un fotoromanzo mostrato attraverso un corto, per l’appunto.
“Sentivo la necessità di evolvere un linguaggio”, ha spiegato, “di raccontare storie più complesse, capaci di valorizzare un’architettura”. E Villa Rosa a Manfredonia, nella sua terra d’origine, il Gargano, faceva proprio al caso suo: “L’unico scopo di questo progetto è raccontare la dolcissima storia d’amore dei suoi proprietari e mostrare le condizioni in cui oggi versa Villa Rosa, con la speranza che qualcuno possa innamorarsene e comprarla, così da poterle dare la nuova vita che merita”.
Nei vari ambienti dell’edificio, tra le macerie e i graffiti, si stagliano le foto in bianco e nero di Tricarico, volte a ricostruire sotto forma di fotoromanzo, le vicende che hanno interessato la villa. Tra voci, suoni e musiche, il corto si conclude con una veduta aerea della terrazza di Villa Rosa, dove l’artista ha riprodotto in grande formato le foto d’epoca dei due amanti, Vincenzo e Rosa, e nel mezzo la poesia trafugata, in cui D’Onofrio dedicava la dimora alla moglie perduta.
Il destino di Villa Rosa
Il cortometraggio di Alessandro Tricarico – realizzato con la fotografia e montaggio di Alberto Mocellin, il sound design di Giovanni Cascavilla e l’aiuto regia Marco Adabbo – ha fatto sì che la Soprintendenza si “accorgesse” di questo bene unico nel suo genere, sia per l’architettura, che va da elementi moreschi a neogotici, che per la storia. Giunge così, nel luglio 2023, dopo 80 anni dalla sua costruzione, il vincolo architettonico su Villa Rosa, definita dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio BAT e Foggia “edificio di pregio storico e culturale”. A tale vincolo dovrebbe ora seguire il restauro e recupero dell’immobile che, a quanto si apprende, entrato a far parte dei Luoghi del Cuore del FAI, si candida a ricevere i finanziamenti del PNRR.
A dimostrazione del grande amore che Tricarico ha per la sua terra e per i racconti che essa racchiude, il creativo ha anche editato un libro dedicato a Villa Rosa. Autoprodotto e composto di 106 pagine su carta fotografica, il volume è sviluppato su progetto grafico di Margherita Villani, testi di Lorenzo Scaraggi e postproduzione di Irene Prencipe. Ci auguriamo che narri una storia, dopotutto, a lieto fine.
Roberta Pisa
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