Franco Arminio, fotografo non praticante che fa lo scrittore
La fotografa Silvia Camporesi ha incontrato ha incontrato lo scrittore Franco Arminio e gli ha rivolto alcune domande sui luoghi e sulle modalità di lettura di essi. Ecco il video
Ho incontrato Franco Arminio un paio di mesi fa, in Romagna. Arminio – poeta, scrittore, “paesologo”, fra le voci più interessanti della scrittura italiana – era in viaggio per presentare la sua ultima raccolta dal titolo “Sacro minore”.
Franco Arminio, fotografo non praticante
In questa occasione abbiamo parlato del potere delle immagini, dell’importanza dello sguardo, del guardare come cura dei luoghi. Franco Arminio si definisce “un fotografo non praticante che fa lo scrittore” e paragona il rapporto fra scrittura e immagine al nastro di Moebius, il disegno impossibile in cui interno ed esterno si confondono eternamente e, a partire da queste premesse, affronta una questione importante che tocca tanto la sua scrittura, quanto un certo tipo di fotografia.
Per Arminio è cruciale il modo in cui si guarda ai luoghi
Fotografare luoghi desolati, situazioni limite, può portare a confondere l’omaggio con la lesione: “Il punto cruciale è come le persone guardano i luoghi. Il luogo è un testo che qualcuno ha scritto e che qualcun altro legge; lo puoi leggere bene o lo puoi leggere male”. Leggere male un luogo, da qualsiasi punto di vista, significa danneggiarlo, non rispettarlo ed è evidente che l’Italia sia piena di esempi di luoghi frutto di un errore di lettura. Il lavoro di Franco Arminio è un’ampia riflessione sulla natura dei luoghi e sulle modalità di “addestramento” al rispetto, alla cura, alla giusta lettura.
Silvia Camporesi
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