Arriva nel 2025 il Powerhouse Parramatta, nuovo maxi polo museale di Sydney. Il video
Non solo Sydney Opera House: nella città australiana è in corso di realizzazione il nuovo museo Powerhouse Parramatta. Contraddistinto da un reticolo di acciaio bianco, viene presentato in questo video da tutti i soggetti coinvolti nella sua realizzazione
Il 2023 non è stato solo l’anno in cui Sydney ha celebrato i cinquant’anni dall’inaugurazione del suo simbolo architettonico, al secolo la Sydney Opera House. Dopo il recente ampliamento della Sydney Modern, attraverso l’edificio della Art Gallery of New South Wales progettata dallo studio SANAA, la città australiana sta continuando a investire in maniera massiccia in ambito culturale.
Il polo museale Powerhouse Parramatta a Sydney
Negli ultimi dodici mesi, in particolare, significativi sono stati gli aggiornamenti diffusi in merito al polo museale Powerhouse Parramatta, assegnato tramite concorso internazionale nel 2019 allo studio di architettura franco-giapponese Moreau Kusunoki Architectes (con i partner locali dello studio Genton).
Attesa entro il 2025, la nuova sede del colosso museale australiano viene presentata come la più vasta operazione infrastrutturale dai tempi del complesso disegnato da Jørn Utzon; sarà l’esito di un investimento pari a 915 milioni di dollari australiani.
Il progetto architettonico del Powerhouse Parramatta
Aspetto distintivo del nascente museo dal punto di vista architettonico è l’impostazione basata sul cosiddetto “esoscheletro”. “La geometria di questa struttura reticolare riduce notevolmente la quantità di materiale necessario per sostenere il carico fisico dell’edificio, oltre ad alleggerire la presenza materiale dell’acciaio. Il progetto evidenzia il rapporto poroso con il quartiere circostante. Serve anche come mezzo per mantenere gli elementi dell’edificio a misura d’uomo”, commentano da Moreau Kusunoki.
Costituito da due volumi a base rettangolare di distinte altezze, l’edificio si pone in relazione con il quartiere circostante attraverso un reticolo in acciaio bianco denunciato nelle facciate. Per l’architetto Steven Toia, fondatore di Genton, il museo “è stato concepito come una serie di iper-piattaforme; spazi senza colonne con flessibilità e potenzialità. L’esoscheletro come sistema strutturale soddisfa il requisito essenziale per raggiungere questi spazi ininterrotti”.
La volontà espressa dalla società Powerhouse, attraverso la sua AD Lisa Havilah, è del resto quella di dotare Sydney di un’opera capace di ridefinire “ciò che i musei possono e dovrebbero essere per le loro comunità”. Oltre ad accogliere mostre e installazioni immersive temporanee, nella futura sede troveranno casa oltre 500mila pezzi della Powerhouse Collection.
Valentina Silvestrini
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