Gli sciamani a Trento con una affascinante mostra diffusa
A Trento c'è una mostra che coinvolge tre musei e una fondazione per indagare il concetto di sciamanesimo. Ecco il video
È una mostra trasversale quella intitolata Sciamani. Comunicare con l’invisibile, in corso fino al 21 luglio 2024 a Trento.
Il fulcro dell’esposizione è l’indagine sul concetto di sciamano e sciamanesimo, tra antropologia, etnografia, psicologia, archeologia e arte, ma che segue anche un’ampia linea geografica e temporale, che parte dalla preistoria fino ai nostri giorni.
Una mostra per tre musei
Ad aver reso possibile questo articolato progetto sono tre musei trentini – MUSE – il Museo delle Scienze di Trento; Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, e METS – il Museo etnografico trentino San Michele – che per la prima volta si uniscono attorno ad un medesimo tema, curando ciascuno una specifica sezione della mostra, secondo le proprie competenze.
Un grande contributo proviene anche dalla Fondazione Sergio Poggianella, che ha messo a disposizione oltre cento reperti e manufatti originari di Cina, Siberia e Mongolia.
Il percorso si sviluppa in diversi luoghi, tra Palazzo delle Albere a Trento e Museo etnografico trentino a San Michele all’Adige, rendendo l’esposizione quanto più accessibile a tutti e permeando il territorio trentino di indizi e tracce dello sciamanesimo.
La mostra “Sciamani. Comunicare con l’invisibile”
Lo sciamano è colui in grado di connettere una comunità con l’invisibile, l’aldilà e a cui spesso vengono anche riconosciuti poteri taumaturgici. Diverse epoche e differenti latitudini hanno tuttavia arricchito tale profilo di molteplici sfaccettature, conferendo allo sciamano un alone ancor più complesso e misterioso.
Se al Museo etnografico trentino a San Michele all’Adige questa indagine si concentra sugli oggetti e gli strumenti utilizzati per i rituali, che si affiancano a quelli della collezione permanente, a Palazzo delle Albere, la ricerca si fa più concettuale.
Qui, al primo piano, nella sezione curata dal MUSE di Trento, si guarda allo sciamano come individuo singolo e poi come componente di una società plurale, con l’esposizione ad esempio dei vestimenti che hanno contribuito a renderlo una figura eccezionale – pensiamo alle maschere, agli abiti, ecc.
Al pubblico è inoltre proposta un’esperienza sensoriale immersiva, che riproduce lo stato alterato di coscienza centrale nello sciamanismo, che oggi può essere studiato, interpretato e anche riprodotto grazie alla tecnologia applicata alle scienze cognitive.
Lo sciamanesimo nell’epoca contemporanea
Ma chi sono gli sciamani oggi? A tentare di rispondere al quesito è la terza e ultima sezione della mostra, curata dal Mart e collocata al secondo piano di Palazzo delle Albere. Qui sono ospitate 40 opere di 26 artisti internazionali, realizzate nel corso degli ultimi 70 anni, che si contraddistinguono per un’indagine spirituale e terapeutica.
Se in alcune opere il legame con lo sciamanesimo è dichiarato e lampante, in altre è più sottile o inconscio, ma il filo rosso che le lega è l’ambientalismo a cui si rifanno, il rimando alla natura e il ritorno alle origini: pensiamo solo all’opera manifesto Difesa della natura di Joseph Beuys, artista sciamano per eccellenza.
Roberta Pisa
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