Il mondo grottesco e surreale di Tim Burton al Design Museum di Londra. Il video sulla mostra
Dopo la tappa al Museo del Cinema di Torino, l'universo creativo dell’iconico regista approda al Design Museum di Londra, sede della mostra “The World of Tim Burton”. Oltre 600 oggetti raccontano l'inconfondibile estetica “dark” del cineasta
Negli ultimissimi anni Tim Burton è stato oggetto di numerose rassegne espositive, mirate a sviscerare gli aspetti più sorprendenti della sua produzione, mettendone in luce l’anima di artista visivo prima ancora che di acclamato regista.
Le mostre dedicate a Tim Burton
Dopo il progetto immersivo Labyrinth – ospitato all’Espace Chapiteaux nel Parc de la Villette di Parigi e attualmente in mostra alla Fabbrica del Vapore di Milano – e la grande retrospettiva al Museo Nazionale del Cinema di Torino, il mondo grottesco del cineasta americano approda al Design Museum di Londra, grazie a una corposa esposizione dedicata all’immaginario gotico e surreale creato nel corso di quasi cinque decenni di carriera.
“The World of Tim Burton” a Londra
Curata da Maria McLintock e aperta al pubblico fino al prossimo 21 aprile, la rassegna – dal titolo The World of Tim Burton – racconta i personaggi e i mondi narrativi creati dall’inventiva inarrestabile del regista, ripercorrendone le evoluzioni artistiche dagli inizi della carriera: dall’esordio risale al 1982, con la creazione del primo cortometraggio Vincent, fino a oggi, con l’uscita dell’ultimo film Beetlejuice Beetlejuice.
600 cimeli inediti al Design Museum
Meno digitale e immersiva rispetto alle altre rassegne, ma studiata per radunare memorabilia e cimeli in parte mai esposti prima, la mostra londinese presenta oltre seicento oggetti d’archivio, accuratamente selezionati per ricomporre i tratti stilistici e narrativi principali di Tim Burton.
Tra questi il tiratissimo costume di Michelle Pfeiffer indossato nel film Batman Returns del 1992 (accompagnata da un cast stellare con Danny DeVito nel ruolo del Pinguino e Christopher Walken in quello del perfido Max Shreck), e il vestito a strisce bianche e nere di Cristina Ricci ne Il mistero di Sleepy Hollow del 1999. Non mancano infine disegni preparatori e i taccuini usati dal regista per dare vita ai suoi personaggi, sempre intrappolati tra l’ordinario e il fantastico.
Alex Urso
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