Il nuovo discusso andazzo di ChatGPT che trasforma le immagini in stile Ghibli – Miyazaki
Come sarebbe “Il Signore degli Anelli” se fosse stato girato da Hayao Miyazaki? A rivelarcelo è un fake trailer realizzato sull’onda di un ultimo trend esploso con il rilascio della nuova versione di ChatGPT. Tra stupori e perplessità, ecco il video
Da quando il conturbante vaso di Pandora delle IA Text To Image è stato scoperchiato, non passa giorno in cui non venga annunciata una nuova implementazione in grado di alzarne sempre più l’asticella qualitativa. Si tratta di un fenomeno paradossale così rapido capace di provocare sbalordimento e noia allo stesso tempo. Artefice, ancora una volta, è il popolo di Internet che oltre a divulgare articoli e annunci sensazionalistici, non perde tempo a inondare i social con i risultati dei propri esperimenti visivi (e visionari).
A dimostrare questa tesi è quanto sta avvenendo adesso, a pochi giorni dal rilascio dell’ultimo modello generativo di ChatGPT: una funzione dai risvolti intriganti che riaccende l’annoso dibattito sulla tutela dei diritti d’autore.
La nuova funzione generativa di ChatGPT-4o
Presentata lo scorso 25 marzo 2025 sul sito di OpenAI, l’ultima versione di ChatGPT-4o fissa un punto importante all’interno di questa impetuosa rivoluzione culturale che sta cambiando irreversibilmente il nostro modo di concepire, vedere, e vivere le immagini.
A differenza degli altri sistemi Text To Image, con ChatGPT-4o adesso è possibile visualizzare prodotti iperrealistici che assottigliano drasticamente quella già sottile linea che separa il vero dal verosimile. I vari miglioramenti apportati da OpenAI includono infatti: il rendering del testo – che consente un’intellegibilità perfetta –, un’aderenza superiore fra l’immagine generata e il contesto descritto, e un fotorealismo davvero notevole.
Naturalmente, tutto è fattibile nei limiti dettati dalle politiche sui contenuti che vietano la generazione di materiale pornografico o violento. Con tecnologie simili l’immaginazione di ognuno di noi può raggiungere livelli mai concepiti prima e dare sfogo ad una creatività sconfinata che attinge inevitabilmente dalla cultura pop e dall’immaginario collettivo.
Il fake trailer de Il Signore degli Anelli fatto dallo Studio Ghibli
Così come avviene ad esempio con i personaggi dell’universo Pixar, l’animazione giapponese non poteva essere risparmiata da quest’attacco di fan artist 2.0 che in ChatGPT-4o hanno trovato pane per i propri denti. Grazie all’altissima fedeltà nel realizzare immagini in puro stile Studio Ghibli (storico studio d’animazione fondato dal pluripremiato Hayao Miyazaki), nel giro di pochissimo tempo dal suo lancio, il nuovo modello generativo ha dato il via a un vero e proprio trend.
Sulla scia di quest’ultima tendenza, il filmmaker specializzato in IA, PJ Ace, ha di recente pubblicato sul suo canale Youtube un finto trailer de Il signore degli Anelli girato da Miyazaki. Oltre all’utilizzo di Sora (generatore Video To Image, sempre di OpenAI), per la realizzazione di questo video Ace ha speso 250 dollari in crediti Kling e 9 ore di rielaborazione del trailer de La Compagnia dell’Anello, di Peter Jackson, col fine di capire come ne sarebbe uscita una versione Ghibli.
Nonostante la meraviglia che in un primo momento si può avvertire vedendo il corto, il rischio che subentri uno strano senso di insoddisfazione è dietro l’angolo. A differenza di un altro fake trailer di PJ Ace, dove La Principessa Monohoke – sempre di Miyazaki – veniva rivisitata in versione live action, questa volta lo stridore è più forte poiché si avverte molto la sensazione della mancanza di qualcosa che la macchina non può (ancora?) avere. Soprattutto se si pensa all’estrema dedizione che il cineasta nipponico ha sempre dimostrato nei confronti dell’arte dell’animazione.
ChatGPT-4o e la violazione del copyright
Proprio per l’altissima precisione con la quale prodotti del genere ricordano le opere firmate Ghibli, è plausibile che un’IA di questo calibro sia stata nutrita con un numero elevatissimo di materiale proveniente dai film di Miyazaki. E se questo potrebbe far pensare a una qualche violazione dei diritti d’autore, c’è da tener conte che uno stile non è espressamente protetto da copyright e, pertanto, nessuna legge sarebbe stata infranta. Esempi del genere ci portano necessariamente a riflettere sul valore odierno dell’approccio umano al fare artistico e a come fare per preservarlo. Entusiasmi e sbalordimenti passeggeri a parte.
Valerio Veneruso
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