Her Dior: il documentario che racconta il legame tra la maison e le artiste
"Her Dior" è il titolo del documentario, visibile a tutti gratuitamente, che ripercorre la versione artistica e femminista della maison by Maria Grazia Chiuri
Arte e moda, un connubio ormai noto a molti, che il documentario Her Dior riafferma cogliendo l’occasione per celebrare la lunga collaborazione tra la direttrice creativa Maria Grazia Chiuri e le artiste che nel corso degli anni hanno lavorato con la maison, dalle grandi installazioni delle sfilate alle borse esclusive.
Her Dior, il documentario su arte e moda
Diretto dal regista francese Loïc Prigent, il documentario ripercorrere in più di un’ora il percorso di Maria Grazia Chiuri da Roma alla scena mondiale, condensando l’essenza di importanti e significativi scambi artistici in una sola parola: sorellanza.
Non per altro, è stato rilasciato l’8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, ricordando gli ultimi otto anni di direzione creativa della stilista in Dior.
Il legame tra Dior, Maria Grazia Chiuri e le artiste
Tante le artiste coinvolte e altrettanti sono i momenti che ricordano il legame della maison francese con le arti. L’abito firmato dal duo Claire Fontaine, Pensati libera, indossato da Chiara Ferragni al Festival di Sanremo 2023 passerà alla storia della cultura pop italiana. Le borse Lady Dior, cult della casa di moda, non saranno più le stesse dopo le meravigliose interpretazioni di artiste quali Dorothy Iannone, Minjung Mim e Zhenya Machneva.
Le scenografie delle sfilate Dior non potranno replicare meglio di così l’esplicito legame con l’arte, come testimoniano l’allestimento immaginifico della collezione Primavera-Estate 2022 curato da Anna Paparatti e la passerella sacrale per la stagione Primavera-Estate 2021 pensato da Lucia Marcucci, una delle principali esponenti del Gruppo 70, movimento nato a Firenze per rivalutare lo scopo della parola durante lo sviluppo dei mass media.
Il Dior femminista di Maria Grazia Chiuri
“L’idea di femminilità associata a Dior e alle sue silhouette non poteva essere il mio linguaggio. Ho dichiarato subito che il mio approccio sarebbe stato femminista”, afferma Chiuri nel documentario Her Dior.
Così è stato anche grazie alle parole di Chimamanda Ngozi Adichie, We Should All Be Feminists, diventate lo slogan della maison. Come spiega la scrittrice nigeriana, “il messaggio è su una t-shirt significa simbolicamente che il femminismo è per tutti. È ordinario, non esclusivo, proprio come una T-shirt”.
Dunque, non si tratta “solo” di una stilista, ma di una pensatrice e soprattutto di un talento del fashion system che ha diffuso cultura in quasi un decennio di attività.
Maria Grazia Chiuri potrebbe lasciare Dior?
Che questo documentario sia un modo per riassumere in modo creativo ed originale il mandato della stilista prima di salutarla in vista di un già chiacchierato successore?
C’è chi dice che Jonathan Anderson, attuale direttore creativo di Loewe, possa diventarlo della linea sia Uomo (che non ha più nessuno a capo) sia Donna (ancora capitanata da Chiuri) di Dior. Infatti, il brand spagnolo che lui stesso ha portato alla ribalta, non ha presentato come di consueto la nuova collezione con una sfilata durante la Paris Fashion Week, ma con una presentazione che prende il nome di “diario dei ricordi” perché riassume lo spirito del Loewe by Anderson.
Giulio Solfrizzi
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