Carandini: “Potrei ritirare le dimissioni”. Ma allora Galan non piace solo a Artribune…
“Le prime dichiarazioni del nuovo ministro per i Beni culturali, Giancarlo Galan, sembrano impegnative, incoraggianti, piene di piglio e dettate dalla volontà di far capire che in una società postindustriale la cultura non è la ciliegina sulla torta ma la torta stessa…”. Con queste dichiarazioni, rilasciate oggi al Corriere della Sera, l’archeologo Andrea Carandini, presidente […]
“Le prime dichiarazioni del nuovo ministro per i Beni culturali, Giancarlo Galan, sembrano impegnative, incoraggianti, piene di piglio e dettate dalla volontà di far capire che in una società postindustriale la cultura non è la ciliegina sulla torta ma la torta stessa…”. Con queste dichiarazioni, rilasciate oggi al Corriere della Sera, l’archeologo Andrea Carandini, presidente dimissionario del Consiglio superiore dei beni culturali, motiva il suo possibile ripensamento e la probabile decisione di rientrare nell’importante ruolo.
Un atto, quello delle sue dimissioni, che si è rivelato decisivo per sbloccare una surreale situazione d’impasse, che vedeva il ministro Bondi ormai da mesi di fatto fuori dal San Michele, senza che la situazione trovasse però una soluzione, e senza che nessuna voce autorevole si facesse carico di gestire la “battaglia” sui tagli in finanziaria che – un caso? – ha trovato una soluzione positiva proprio negli stessi giorni. Dunque, Carandini ritirerà le sue dimissioni? “Se il nuovo ministro me lo chiede – dice sempre al Corsera –, ora ci sono le condizioni per farlo. E c’è l’entusiasmo personale del nuovo titolare del dicastero: elemento non secondario”.
E non manca di profondere ottimismo sul “nuovo corso”: “Deduco ci sia anche una maturazione dello stesso ministro Tremonti: si deve essere reso conto che il fondo era stato toccato. Per fortuna il sottosegretario Gianni Letta ci è sempre stato vicino. […] Penso a Pompei. La situazione lì cambia davvero radicalmente e si può immaginare un serio progetto di manutenzione programmata, e quindi di salvezza dell’area. Sono in arrivo trenta funzionari e quaranta operai. Un nucleo di simili dimensioni può essere un efficacissimo braccio operativo”.
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