Fa tappa ad Arezzo lo stillicidio delle fiere gregarie
Per un po’ si è detto: “Salutiamo con favore il proliferare di eventi fieristici anche nell’arte contemporanea, segno di vitalità del settore…”, e frasi di circostanza simili. Ma ad un certo punto viene da dire: “ancoraaa?” Perché alla lunga la cosa assume i contorni del franchising di telefonia: pacchetto completo, offerta indifferenziata, risultato garantito. E […]
Per un po’ si è detto: “Salutiamo con favore il proliferare di eventi fieristici anche nell’arte contemporanea, segno di vitalità del settore…”, e frasi di circostanza simili. Ma ad un certo punto viene da dire: “ancoraaa?” Perché alla lunga la cosa assume i contorni del franchising di telefonia: pacchetto completo, offerta indifferenziata, risultato garantito. E vabbene che le vie del micro-collezionismo italiano sono davvero infinite, ma insomma…
Parliamo dell’ultima nata, Artexpo Arezzo, dal 17 al 21 marzo, che clona un format ormai stravisto – da Arte Brescia ad Arte Genova – proponendo un gruppo di un centinaio di gallerie non propriamente di primissima fascia, con lievissime integrazioni “territoriali”. Format sperimentato dalla Nord Est Fair, che in questo caso – almeno ufficialmente – non appare, ma che alcuni segnali indicherebbero coinvolta, forse con una fornitura chiavi-in-mano.
Ad accomunare infatti Artexpo Arezzo alle citate fiere c’è la mostra retrospettiva promossa per il cinquantenario della morte di Mario Sironi, e un po’ stucchevolmente usata per nobilitare un evento che speriamo palesi una qualità maggiore di quella del logo pubblicato qui sopra…
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