Pena di morte ai camorristi? Sebastiano Deva e le affissioni in quel di Napoli

Chi va per questi mari questi pesci piglia, verrebbe da dire. Perché con Sebastiano Deva la provocazione è sempre (studiatamente? Pretestuosamente?) dietro l’angolo, dagli omosex che pomiciano sullo sfondo del Tricolore al crocefisso infilato in un condom. Opera, quest’ultima, che scatenò la riprovazione del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Alla quale, come ci informa […]

Chi va per questi mari questi pesci piglia, verrebbe da dire. Perché con Sebastiano Deva la provocazione è sempre (studiatamente? Pretestuosamente?) dietro l’angolo, dagli omosex che pomiciano sullo sfondo del Tricolore al crocefisso infilato in un condom. Opera, quest’ultima, che scatenò la riprovazione del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino. Alla quale, come ci informa il Corriere del Mezzogiorno, Deva ha fatto di nuovo saltare i nervi con il suo progetto di affissioni realizzato per il CAM, il museo di Casoria salito poco tempo da agli onori delle cronache per aver chiesto asilo in Germania. Deva avrebbe infatti disseminato in città manifesti 6 x 3 inneggianti ad una fantomatica proposta di legge sulla Pena di morte ai camorristi. Furente (e forse memore del buon vecchio Cesare Beccaria), la Rosetta di Palazzo San Giacomo ne ha ordinato la rimozione, reputando “incostituzionale” e “illegale” il messaggio-choc. Consequenziale e prevedibile (con una punta di malignità verrebbe da dire: calcolate?) la reazione del CAM contro la “censura” operata dal primo cittadino. Niente di nuovo, insomma, sotto il sole di Napoli…

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