Singapore Biennale, un’altra rassegna internazionale Italian free

Curiger sì, Sgarbi no, caviale sì, minestrone no, da noi in prospettiva Biennale di Venezia infuriano le polemiche, ma tutte maledettamente autoreferenziali. Intanto l’Italia sparisce sul piano globale, senza che nessuno senta il bisogno di alzare il tiro ed analizzare la cosa in prospettiva. Avevamo già dovuto registrare la totale assenza di artisti italiani alle […]

Curiger sì, Sgarbi no, caviale sì, minestrone no, da noi in prospettiva Biennale di Venezia infuriano le polemiche, ma tutte maledettamente autoreferenziali. Intanto l’Italia sparisce sul piano globale, senza che nessuno senta il bisogno di alzare il tiro ed analizzare la cosa in prospettiva.
Avevamo già dovuto registrare la totale assenza di artisti italiani alle ultime biennali di Istanbul, di Lione, stesso – desolante – panorama alla Sharjah Biennial, appena inaugurata con artisti provenienti da 36 paesi diversi, dall’Afghanistan all’Armenia, alla Mauritania, ma non dall’Italia. Tutto confermato da un’altra importante kermesse partita in questi giorni: la Singapore Biennale, che schiera di 63 artisti provenienti da 30 paesi, e ancora zero Italia.
E sì che la compagnia non è propriamente da buttare: nomi come Candice Breitz, Martha Rosler, Elmgreen & Dragset, Martin Creed, Phil Collins, Rafael Lozano-Hemmer, Ceal Floyer, Simon Fujiwara, Michael Lin, Mike Nelson, Ryan Trecartin. Ai quali il direttore artistico Matthew Ngui ed i curatori Russell Storer e Trevor Smith non hanno evidentemente trovato utile affiancare nessun portabandiera nostrano…

www.singaporebiennale.org

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Redazione

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