C’è gente che ha inventato il concetto – serissimo – di supermarket dell’arte. E ha scritto un progetto e c’ha pubblicato su un libro. Che si presenta a Milano
Quando una buona idea fa scuola, anche se non è realizzata. Il nome è inglese – Innovative Center of Arts in Tuscany -, ma il resto è tutto italiano, a cominciare dell’evocativo acronimo: Incanto. Di che si tratta? Del progetto per una sorta di centro commerciale della cultura: “un centro di produzione e consumo di […]
Quando una buona idea fa scuola, anche se non è realizzata. Il nome è inglese – Innovative Center of Arts in Tuscany -, ma il resto è tutto italiano, a cominciare dell’evocativo acronimo: Incanto. Di che si tratta? Del progetto per una sorta di centro commerciale della cultura: “un centro di produzione e consumo di cultura, il primo spazio per la filiera cult-comm (culturale e commerciale): dalle arti visive alla moda, dal design al merchandising, dai servizi alle professioni”. Al cui interno il gallerista, il designer, l’avvocato, il broker assicurativo, il negozio di multipli d’artista, lo sportello bancario, la caffetteria e tanti altri soggetti e servizi convivono, interagiscono, producendo ibridazione, partecipazione, industriosità, creatività.
E dov’è, il paradiso della “Incanto economy”? Non c’è. Non ancora, almeno: ma gli ideatori – Irene Sanesi, commercialista ed esperta in economia della cultura, e Stefano Guidantoni, ricercatore in Programmazione e Controllo – ne hanno voluto fare un caso di studio. Che ha portato al libro Creatività cultura creazione di valore. Incanto economy, edito da Franco Angeli, che viene ora presentato all’Università IULM di Milano. In attesa magari che qualche Trony o Ipercop si facciano da parte…
Presentazione: giovedì 21 aprile 2011 – ore 11.30
Università IULM
Via Carlo Bo, 1 – Milano
www.francoangeli.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati