I grandi nomi della filosofia discutono di contemporaneità a Siena. E poi due chiacchiere con Artribune Television…
Cosa significa contemporaneità? Basta vivere in un tempo presente, per dirsi contemporanei? La complessità di quest’epoca, attraversata alla velocità della luce da stravolgimenti culturali e tecnologici senza precedenti, ci obbliga a riflettere su una realtà votata alla iperproduzione di immagini e rapidi flussi informativi. Di questi temi si discute a Siena, nel Complesso Museale Santa […]
Cosa significa contemporaneità? Basta vivere in un tempo presente, per dirsi contemporanei? La complessità di quest’epoca, attraversata alla velocità della luce da stravolgimenti culturali e tecnologici senza precedenti, ci obbliga a riflettere su una realtà votata alla iperproduzione di immagini e rapidi flussi informativi.
Di questi temi si discute a Siena, nel Complesso Museale Santa Maria della Scala, grazie a “Intorno al contemporaneo”, progetto inaugurato lo scorso 26 marzo dall’associazione BRICK. Il ciclo di incontri, curato da Arabella Natalini, raccoglie impressioni, opinioni, contributi, di alcuni straordinari intellettuali.
L’ultimo appuntamento, svoltosi il 16 aprile, vedeva impegnati tre pezzi da novanta della filosofia italiana – Massimo De Carolis, Stefano Velotti, Paolo Virno – in una discussione sul tema “La contemporaneità e le sue forme sono suscettibili di valutazione e giudizio?”.
Artribune c’era, e ha intervistato i tre ospiti. Come pensare a un nuovo possibile “ethos” per il prossimo futuro? Come superare o vivere in maniera costruttiva la postmodernità? Come andare oltre l’atteggiamento di rassegnazione che ci connota? Può l’arte fornirci una strada? Nell’attesa del prossimo incontro, in programma per il 9 giugno, ascoltatevi questa chiacchierata tra il nostro Christian Caliandro (mirabile penna della rubrica Inpratica) e i tre illustri relatori…
– Helga Marsala
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