Scuola di San Lorenzo-Transavanguardia, la ferita ancora aperta. E a Roma, all’Attico, si accende la serata…
Ce l’ha nel DNA l’Attico, la storica galleria di Fabio Sargentini, di stare dentro il dibattito artistico. E così anche la semplice presentazione di un libro, con un clima d’altri tempi si fa animata, a tratti spinosa, con interventi scottanti, scene da parlamentari indispettiti e l’abbandono della platea da parte di artisti impermalositi. Il contesto? […]
Ce l’ha nel DNA l’Attico, la storica galleria di Fabio Sargentini, di stare dentro il dibattito artistico. E così anche la semplice presentazione di un libro, con un clima d’altri tempi si fa animata, a tratti spinosa, con interventi scottanti, scene da parlamentari indispettiti e l’abbandono della platea da parte di artisti impermalositi.
Il contesto? Proprio ieri sera, 19 aprile, nel teatrino della galleria si presenta il nuovo libro di Guglielmo Gigliotti Sei storie (Ceccobelli, Dessì, Gallo, Nunzio, Pizzi Cannella, Tirelli), edito da Carte Segrete. L’apertura è un botta – alquanto critico del relatore Roberto Lambarelli nei confronti del testo estremamente stringato – e risposta meravigliato dell’autore.
La situazione degenera quando il cuore della discussione si sposta sul Pastificio Cerere alla fine degli anni Settanta, con piccanti ed esclusivi retroscena sulla nascita della cosiddetta Officina San Lorenzo. Tra cui la benedizione data ai protagonisti da Achille Bonito Oliva, e la loro posizione di rivalità/sudditanza nei confronti della Transavanguardia allora imperante. Poi il via agli interventi degli attori chiamati in causa, da Massimo Riposati – direttore di Carte Segrete – allo stesso Sargentini. Fino all’artista Marco Tirelli, che ad un certo punto lascia la sala. E lì la serata finisce…
– Salvatore Puzella
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