Updates Salone: con Artribune alla scoperta di Pirwi, design artigiano e ospitalità messicana…
In questi giorni a Milano capita anche di scoprire, ad un’informale cena tra colleghi, il più importante brand messicano di design. Tra una portata e una tequila si parla di questa avventura aziendale nata nel 2007 a Città del Messico grazie a giovanissimi designer messicani che, da un piccolo laboratorio artigianale di prototipi, sono passati […]
In questi giorni a Milano capita anche di scoprire, ad un’informale cena tra colleghi, il più importante brand messicano di design. Tra una portata e una tequila si parla di questa avventura aziendale nata nel 2007 a Città del Messico grazie a giovanissimi designer messicani che, da un piccolo laboratorio artigianale di prototipi, sono passati ad una collezione di un centinaio di prodotti. Gli oggetti di Pirwi – questo il nome – sono tutti rigorosamente in legno proveniente dai paesi nordici, tagliati industrialmente e montati ed assemblati a mano.
Il prodotto finale, di ottima manifattura, rimane in bilico tra l’artigianato e il design, perché è prodotto industrialmente solo in parte. “Preferiamo utilizzare i soldi ricavati per pagare gli stipendi ai dipendenti e non per acquistare delle macchine”. Così ì designer ci spiegano, in una conferenza stampa improvvisata tra l’amaro e il caffè, lo scopo democratico della loro neonata azienda. E la loro sostenibilità non si ferma al sociale, ma si diffonde soprattutto a livello ambientale.
Gli oggetti finali ne sono la conferma, intelligenti, resistenti, dalle linee pulite e con una cura del dettaglio quasi maniacale. Un ultimo giro notturno in showroom prima di rientrare a casa, e ancora qualche scatto per i lettori di Artribune, perché i progetti fatti con passione sono davvero contagiosi…
– Valia Barriello
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