Ancora arte pubblica, ancora a Roma. Stavolta senza polemica. Ecco tutti i cubi di Myatelier
Con qualche ritardo sul calendario, i quindici cubi che hanno invaso la capitale sono finalmente ultimati e visitabili fino al 29 maggio. Myatelier.net è alla sua prima edizione ma già punta in alto. Un progetto capillare sul territorio, decine di artisti coinvolti, giovani ex-studenti dello IED, un gruppo di professionisti per selezionare parte delle opere […]
Con qualche ritardo sul calendario, i quindici cubi che hanno invaso la capitale sono finalmente ultimati e visitabili fino al 29 maggio. Myatelier.net è alla sua prima edizione ma già punta in alto. Un progetto capillare sul territorio, decine di artisti coinvolti, giovani ex-studenti dello IED, un gruppo di professionisti per selezionare parte delle opere e un contest pubblico per intercettare artisti giovani e sconosciuti.
Ogni cubo è concepito come un piccolo atelier, per il quale l’artista aveva a disposizione un budget di 5mila euro. I risultati ottenuti, nonostante il tema comune dell’Altrove, sono tra i più disparati. C’è chi si concentra sulla pelle del cubo come Marta dell’Angelo, che ne fa un enorme taccuino di appunti visivi, invogliando il visitatore a lasciare le proprie impressioni. O chi, come Pasquale Di Donato, rinuncia al dialogo col cubo per giocare sulla contrapposizione interno-esterno, “un monumento al nulla”.
Un evento interessante, ricco di spunti, anche se non così innovativo. Che ha visto la luce, nella caotica realtà di Roma, con non poche difficoltà. In un momento peraltro non particolarmente felice – vedi Biennale di Scultura e Monumento a Giovanni Paolo II – per presentare l’arte-in-pubblica-piazza nella Capitale…
– Zaira Magliozzi
L’annuncio del progetto Myatelier.net
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