C’è qualcosa di più odioso del Padiglione Italia di Sgarbi? Ma ovvio: la Biennale di Scultura di Roma. Ed eccola che, uscita dalla porta, rientra dalla finestra
Ci son cose che fanno come il famoso caffè di Nino Manfredi: più le mandi giù e più si tirano su. Evidentemente le pressioni politiche e le entrature degli organizzatori, o magari la qualità degli artisti (ehm) e l’originalità del progetto (ehmmm) erano elementi troppo forti e così la Biennale di Scultura della Città di […]
Ci son cose che fanno come il famoso caffè di Nino Manfredi: più le mandi giù e più si tirano su. Evidentemente le pressioni politiche e le entrature degli organizzatori, o magari la qualità degli artisti (ehm) e l’originalità del progetto (ehmmm) erano elementi troppo forti e così la Biennale di Scultura della Città di Roma, una roba che ti aspetteresti un richiamo internazionale che manco lo Skulptur Projekte di Munster, si farà. Uscita dalla porta dopo un sacrosanto sbertucciamento da parte della stampa locale (a partire da una inchiesta di Artribune), rientra dalla finestra. Dopo aver tentato di ripresentarsi sotto vesti istituzionali accompagnandosi alla Quadriennale che, salvando la faccia, ha declinato l’invito.
Le puntate precedenti sono semplici: qualche settimana fa Artribune scopre che una galleria privata (e non propriamente appartenente alla top ten della capitale) era riuscita a proporre un evento che, utilizzando il patrocinio del Comune, si fregiava del titolo “Biennale di Scultura” e prevedeva installazioni di opere realizzate da artisti pressoché sconosciuti nei luoghi più significativi della città. Dal Colosseo in giù.
Niente comitato scientifico per gli inviti. Niente bandi, niente gare. Niente coinvolgimento dei musei della città. E, guarda un po’ il caso, curatori legati politicamente al Sindaco. “Gli organizzatori di questo evento sono i curatori di fama internazionale Gloria Porcella e Lamberto Petrecca”, recita l’excusatio non petita all’inizio del comunicato stampa che invita alla presentazione della rassegna. Che Gloria Porcella fosse una curatrice internazionale non ce ne eravamo davvero accorti – colpa nostra -, ci eravamo accorti però della sua lunga militanza in Forza Italia e nel Pdl. Ma questo aspetto non può averla aiutata nell’ottenere patrocini e spazi pubblici, quando uno può squadernare artisti come Erika Calesini, Alfredo Rapetti, Alba Gonzales, Mira Maylor e Seward Johnson (tutti rigorosamente sia presenti in Biennale, sia in vendita nella galleria Cà d’Oro di Piazza di Spagna di cui Porcella è titolare assieme al babbo), come fai a fermarlo? La qualtà è talmente evidente…
Preso atto della rivolta sui giornali determinata dallo sbarco di cotanti artisti nelle migliori piazze della città, l’amministrazione è corsa ai ripari. Non archiviando il capitolo Biennale di Scultura come avrebbe fatto qualsiasi altra città europea, ma spostando il problema. Rendendolo meno visibile, meno vistoso, meno ingombrante, togliendolo dal centro storico, rendendolo meno attaccabile. Certo, meno attaccabile fino ad un certo punto, visto che l’evento – che verrà presentato il prossimo 24 maggio, alle 11, alla Casina Valadier – si terrà nella fantastica cornice di Villa Torlonia, storico parco pubblico costellato di musei e, durante il Ventennio, residenza privata del Duce. E fu così che il primo sindaco post-fascista della città, dopo aver piazzato per anni un fantoccio nel cuore dell’Eur (la scultura di Seward Johnson rimossa qualche giorno fa sempre a seguito del polverone che Artribune ha alzato sulla questione), completa l’oltraggio della memoria di Benito Mussolini portandogli in casa gli “scarti” che non è riuscito a far piazzare nel salotto buono della città.
Alle volte, a chi fa pressioni e a chi insiste per promuovere iniziative irricevibili, non sarebbe più semplice dire “no”?
Tra gli altri nel Comitato promotore ci saranno:
Paolo Picozza – Pres. Fondazione de Chirico
Giulia Manzu’ (direttrice Fondazione Manzu’)
Angelo Bucarelli (critico)
Cristian Maretti (Maretti editore)
Beniamino Levi (Strutton Foundation – Dali’)
Paula A. Stoeke (Sculpture Foundation – USA)
Duccio Trombadori (critico – Quadriennale)
Costanzo Costantini (critico)
Lou Sagar (Old School Ventures – New York)
Raffaele Gavarro [Raffaele Gavarro ci ha comunicato la sua totale estraneità al progetto]
Carmine Siniscalco A.R.G.A.M.
ARTISTI INVITATI
Jeff Koons
Giovanni Ruggiero
Famà
Fernando Botero (Colombia)
Nari Ward (Jamaica)
Seward Johnson (USA)
Giorgio de Chirico
Mira Maylor (Israel)
Ai Weiwei (Cina)
Giacomo Manzù
Annamaria Gelmi
Romero Britto (Brasil)
Maurizio Orrico
Stefano Bombardieri
Cracking Art Group
Erika Calesini
Lorenzo Quinn
Enzo Bauso
Alberto de Braud
Alfredo Rapetti
Alba Gonzales
Mauro Perrucchetti (Londra-Uk)
Andrew Rogers (Melbourne-Australia)
Beverly Pepper
Alessandro Reggioli
Serkan Ozkaya
Oksana Mas
Hannu Palosuo
[email protected] – [email protected]
www.biennalescultura.it
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