L’arte può essere funzionale? Intanto Cleto Munari porta al MoMA la sua corte di designer artisti e architetti
Il nome non tragga in inganno, non si tratta del maestro del design Bruno Munari, ma di un impresario, o come si definisce lui stesso, “aristocratico collezionista di cose belle” con tanto foulard al collo a corredo. Dal 1972, dopo aver fondato la Cleto Munari Design Associati, inizia a collaborare con personaggi come Carlo Scarpa, […]
Il nome non tragga in inganno, non si tratta del maestro del design Bruno Munari, ma di un impresario, o come si definisce lui stesso, “aristocratico collezionista di cose belle” con tanto foulard al collo a corredo.
Dal 1972, dopo aver fondato la Cleto Munari Design Associati, inizia a collaborare con personaggi come Carlo Scarpa, Mario Bellini, Mario Botta, Michele del Lucchi, Ettore Sottsass, Vico Magistretti e tanti altri grandi nomi del design. Con gli anni colleziona importanti collaborazioni ed oggetti sempre abbastanza eclettici, estrosi, artistici che ricordano più il pezzo unico che l’edizione limitata. Come se i designer, di fronte a un mecenate piuttosto che ad un’azienda, si fossero quasi sentiti liberi di realizzare uno di quegli oggetti funamboli in bilico tra arte e design.
E mentre noi continuiamo a interrogarci se l’arte funzionale possa ancora essere Arte o inizi già ad essere design, possiamo vedere la collezione di arredo di Cleto Munari esposta al MoMA di New York per tutto il 2011…
– Valia Barriello
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