Lo Strillone: la Venere in tour su Repubblica. E poi Uffizi, Haring, Sgarbi…
Marble on the dancefloor: Quotidiano Nazionale preoccupato per lo stato della sala che, agli Uffizi, ospita dal 2006 il gruppo romano della Niobe. La bella se la danza con tredici amici, incurante del pauroso avvallamento nel pavimento che ha imposto alla direzione del museo di chiudere baracca e burattini. Per ora la festa è finita. […]
Marble on the dancefloor: Quotidiano Nazionale preoccupato per lo stato della sala che, agli Uffizi, ospita dal 2006 il gruppo romano della Niobe. La bella se la danza con tredici amici, incurante del pauroso avvallamento nel pavimento che ha imposto alla direzione del museo di chiudere baracca e burattini. Per ora la festa è finita.
Una breve su L’Unità celebra il collocamento, ad Aidone, della Dea di Morgantina restituita alla Sicilia dal Getty Museum. La Repubblica rilancia a proposito il botta e risposta: il ministro dei Beni Culturali Galan già vede la bella in tour stile Lady Gaga (“la Dea deve essere portata nel mondo”); gli risponde l’assessore regionale all’economia Gaetano Armao: “la Venere è nostra, appartiene ai siciliani”.
Due flash da La Stampa: inaugura sabato a Perugia una retrospettiva con sessanta pezzi di Keith Haring; Christie’s, a Londra, riesuma un gruppo bronzeo – prima sconosciuto – del manierista fiammingo Adriaen de Vries. Si va all’asta, a luglio, partendo da 8 milioni di euro.
Siamo sotto Cannes, e quindi l’occasione per relegare Vittorio Sgarbi nell’oblio è più che ghiotta. Le pagine dedicate a spettacoli e tv aspettano Kiarostami e litigano sulla Foster: solo una breve su Avvenire e un fondo su Il Giornale ci ricordano che questa sera in prima su RaiUno parte il discusso programma cultural-politico del nostro. Che non potendo parlare di Lui (inteso come Dio) per il veto di Lei, parla del “Padre”. Valida alternativa alla finale di Europa League, in onda alla stessa ora su Rete4.
Ma la botta di visibilità quotidiana per Sgarbi è garantita dal Corriere della Sera: primo piano firmato da Michele Ainis, uno dei “selezionatori” della Biennale, che difende il regionalismo ideato da Vittorio. Per il giurista, l’operazione “reca il vento della rivoluzione. Una rivoluzione costituzionale, anche se magari lui non se ne è accorto”.
– Lo Strillone di Artribune è Francesco Sala
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