Quando le esigenze “green” si sposano con la sostanza architettonica. In Francia l’archivio EDF by LAN Architecture
Un imponente blocco materico, quasi appoggiato per caso nelle campagne di Bure-Saudron, in Francia. Un parallelepipedo alto 19 metri in cemento e arenaria rossa che si staglia nella tranquilla regione di Meuse e della Alta Marna. Altro non è che la nuova sede – archivi, laboratori e uffici – dell’industria EDF, elaborata dallo studio italo […]
Un imponente blocco materico, quasi appoggiato per caso nelle campagne di Bure-Saudron, in Francia. Un parallelepipedo alto 19 metri in cemento e arenaria rossa che si staglia nella tranquilla regione di Meuse e della Alta Marna. Altro non è che la nuova sede – archivi, laboratori e uffici – dell’industria EDF, elaborata dallo studio italo francese LAN, che ha scelto un’idea non convenzionale per razionalizzare l’enorme contenuto.
Innanzitutto il sito, un paesaggio quasi brullo, fatto di terra e alberi. E poi molto, molto cielo: da qui l’idea di ricoprire il blocco con 66 enormi pannelli prefabbricati su cui sono state applicati 120 mila dischi di acciaio cromato. Nessuna bucatura dunque, ma un elegante disegno in facciata che metabolizzi porzioni di paesaggio circostante, integrandovisi con continuità.
Il progetto – vedere la gallery, copyright Julien Lanoo – occupa una superficie totale di 6800 mq suddivisa in 5 livelli, e costituita da 20 magazzini da 200 mq l’uno, termo-igrometricamente controllati e con una resistenza al fuoco di 2 ore ciascuno, e una grande piastra di uffici al piano terra. Cosa strana questa, posizionare la zona di rappresentanza e sale riunioni alla base della costruzione, dando principale importanza alla parte funzionale di stoccaggio, solitamente relegata ai livelli ipogei. L’intero edificio infatti concentra la sua attenzione sulla tematica green attraverso l’uso sapiente di ventilazione controllata, recupero e trattamento delle acque, high performance energetica, tecnologia nascosta. Forse è proprio questa la novità più spettacolare: non la forma, ma la sostanza…
– Giulia Mura
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