Sia fruibile l’archivio video ASAC della Biennale di Venezia. Viene dalla Toscana l’appello di art/tapes22
L’esperienza di art/tapes22 e le origini della videoarte in Toscana. Erano questi i temi delle due giornate di studi e laboratorio conclusesi ieri presso la Pinacoteca Civica e il Forno di San Ferdinando di Follonica, dalle quali sono emerse interessanti proposte. Per chi non lo sapesse, infatti, art/tapes/22 è stato il primo laboratorio di produzione dedicato in Italia al […]
L’esperienza di art/tapes22 e le origini della videoarte in Toscana. Erano questi i temi delle due giornate di studi e laboratorio conclusesi ieri presso la Pinacoteca Civica e il Forno di San Ferdinando di Follonica, dalle quali sono emerse interessanti proposte. Per chi non lo sapesse, infatti, art/tapes/22 è stato il primo laboratorio di produzione dedicato in Italia al video. Creato nel 1973 a Firenze da Maria Gloria Conti Bicocchi, è stato il luogo nel quale molti artisti, primo tra tutti un giovanissimo Bill Viola, “interno” a questa esperienza per almeno tre anni, hanno potuto confrontarsi con questo (allora) nuovo mezzo. E parliamo di star, come Daniel Buren, Jannis Kounellis, Vito Acconci, solo per fare alcuni nomi.
Oggi art/tapes22 torna a discutere e a far discutere, con una protesta, di cui riportiamo sotto il documento – lo trovate in allegato – steso da Valentina Valentini, docente presso l’Università la Sapienza di Roma, e dalla stessa Conti Bicocchi, condiviso da molti dei partecipanti al convegno, come da molti degli artisti coinvolti nella vicenda. Si richiede una nuova politica di fruizione del patrimonio video acquisito nel 1976 dall’ASAC della Biennale di Venezia ed emerge una forte disapprovazione circa le modalità con cui l’istituzione lagunare ha finora condotto la gestione di questo materiale.
– Santa Nastro
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