Sorpresa: la Biennale di Scultura di Roma è diventata Rassegna. Ma tira fuori l’asso nella manica: Vittorio Sgarbi
Continuate a pensare che Vittorio Sgarbi – per così dire – non dia propriamente il meglio di sé quando ha a che fare con le biennali? Beh, vi sbagliate di certo, se è vero come è vero che – senza neanche attendere che la pratica Padiglione-Italia-alla-Biennale-di-Venezia sia archiviata – c’è subito pronta un’altra biennale ad […]
Continuate a pensare che Vittorio Sgarbi – per così dire – non dia propriamente il meglio di sé quando ha a che fare con le biennali? Beh, vi sbagliate di certo, se è vero come è vero che – senza neanche attendere che la pratica Padiglione-Italia-alla-Biennale-di-Venezia sia archiviata – c’è subito pronta un’altra biennale ad affidargli un ruolo centrale, come quello di presidente del Comitato Promotore. Ruolo che lui deve aver accettato di buon grado, convinto che per Venezia il suo compito sia andato in porto ed il suo impegno non sia più necessario, almeno non al 100%.
In realtà non è così, lo sappiamo: perché la Biennale di cui parliamo è la famigerata Biennale Internazionale di Scultura di Roma, che però, in procinto di inaugurarsi domani 24 maggio alla Casina Valadier e a Villa Torlonia, ha deciso di rinominarsi “Rassegna”: tanto che cambia? Non stiamo ora a ricostruire le ignominiose vicende: per completezza seguite il link qui sotto. Registriamo l’uscita di alcuni artisti – certo, nomi di secondo piano come Koons o Ai Weiwei, volete mettere rispetto a un Seward Johnson o a una Mira Maylor? -, il cambio del logo e appunto del nome, e l’uscita Raffaele Gavarro dal comitato.
A noi resta solo da augurarci che quella di Villa Torlonia sia una regolare occupazione di suolo pubblico, a pagamento. E che l’amministrazione comunale abbia applicato le regolari tariffe che applica a tutte le realtà commerciali che chiedono temporaneamente spazi per operare…
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