Tutti a pensare ai contenuti della Biennale. Ma le vere partite sono sul contenitore
Il mondo dell’arte (e non solo) è tutto concentrato nell’attesa di scoprire i contenuti della Biennale di Venezia di Bice Curiger, dei vari padiglioni nazionali, delle mostre a latere. E così capita che le vere questioni cruciali che attraversano la città lagunare e i suoi spazi destinati all’arte ed all’architettura contemporanea passino sotto silenzio. Si […]
Il mondo dell’arte (e non solo) è tutto concentrato nell’attesa di scoprire i contenuti della Biennale di Venezia di Bice Curiger, dei vari padiglioni nazionali, delle mostre a latere. E così capita che le vere questioni cruciali che attraversano la città lagunare e i suoi spazi destinati all’arte ed all’architettura contemporanea passino sotto silenzio.
Si dà il caso, infatti, che a metà maggio, nell’ambito dell’attività di devoluzione del patrimonio pubblico, il Ministero della Difesa, dopo anni di trattative, abbia ufficialmente (e finalmente) assegnato gran parte dell’area dell’Arsenale al Comune di Venezia. Erano 150 anni che la città lagunare era stata defraudata dai suoi potentissimi cantieri navali che oggi, sottoforma di contenitori da restaurare e destinare ad attività culturali, tornano a Venezia. In grande parte di questi spazi, come si sa, vengono allestite le mostre della Biennale di Venezia, ormai da trent’anni.
Ma sono molti gli ambienti che sono stati (e che saranno) “girati” dal Ministero capitanato da Ignazio La Russa all’amministrazione comunale diretta da Giorgio Orsoni. Cosa farà il Comune con queste migliaia di mq di spazi ex industriali? Immediata la simbolica consegna delle chiavi alla Fondazione Biennale, la quale ha già pronti nei cassetti i progetti di riqualificazione. Come ad esempio per le Sale d’Armi che dovranno ospitare ben sette nuovi padiglioni permanenti per i paesi che ancora non ne dispongono.
Una nazione che già ha impegnato risorse finanziarie per sostenere il restauro è ad esempio l’Argentina. L’unica indicazione, da parte dell’amministrazione centrale (ma condivisa anche dal Comune), è che finalmente gli spazi dell’Arsenale diventino percorribili, vivi, attivi e aperti per tutto l’anno e non solo in occasione delle Biennali d’arte e di architettura. Questa sarà la vera sfida dei prossimi anni, perché qui, sapendo aggregare contenuti, facendo scelte innovative e coinvolgendo intelligentemente i privati, si può e si deve costruire la più grande area urbana d’Europa totalmente dedicata alla cultura.
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