“Aenigma est”. È l’elegantissimo bigliettino di Giulio Paolini la migliore chiosa per il Padiglione Italia…
Senti un po’ in giro, per capire altri come la pensano, e ti accorgi che nessuno l’ha neanche visto. E non c’è da stupirsi, nella selva di tele, casse di legno, improbabili espositori che caratterizza il Padiglione Italia. Appartato, silenzioso e timido nel luogo dove invece l’arte urla. È l’opera con cui Giulio Paolini partecipa […]
Senti un po’ in giro, per capire altri come la pensano, e ti accorgi che nessuno l’ha neanche visto. E non c’è da stupirsi, nella selva di tele, casse di legno, improbabili espositori che caratterizza il Padiglione Italia. Appartato, silenzioso e timido nel luogo dove invece l’arte urla. È l’opera con cui Giulio Paolini partecipa al caotico allestimento promosso da Sgarbi: una teca di plexiglas con un semplice bigliettino che fuoriesce dalla sua busta, svelando il dechirichiano contenuto. “Et quid amabo nisi quod aenigma est?”, vi si legge. Forse l’unica chiosa possibile alla presenza italiana…
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