Attenti a Elkann. Ancora refusi nel Padiglione Italia. Poi la smettiamo, promesso…
Avremmo voluto non tornare più sull’argomento, perché ci siamo rotti le scatole noi per primi di fare le pulci alle casse-didascalia del Padiglione Italia. Ma poi, sfogliando l’album dei ricordi, il proposito si è infranto contro l’ennesima imprecisione. La “vittima” di turno è – tenetevi forte – Alain Elkan. Sì, lo scrittore, l’intellettuale, il papà […]
Avremmo voluto non tornare più sull’argomento, perché ci siamo rotti le scatole noi per primi di fare le pulci alle casse-didascalia del Padiglione Italia. Ma poi, sfogliando l’album dei ricordi, il proposito si è infranto contro l’ennesima imprecisione. La “vittima” di turno è – tenetevi forte – Alain Elkan. Sì, lo scrittore, l’intellettuale, il papà di Ginevra, di Lapo il dandy e di John il presidente Fiat. Come dite? Abbiamo scritto male il cognome? Ma no, lo abbiamo semplicemente copiato da quello stampigliato sulla cassa che vedete in foto.
Secondo voi Vittorio Sgarbi potrebbe ignorare un eventuale errore commesso nello scrivere il nome di un suo grande amico? Suvvia, non potete non ricordare di quando, una decina d’anni fa, i due impazzavano in Piazza del Collegio Romano, Vittorio come sottosegretario, Alain come suo consigliere-siamese (si malignò perfino che i due oscurassero il vero ministro in carica, Giuliano Urbani): i dioscuri del bello, i consoli del patrimonio, i gemelli del gol, con Sgarbi e Sabrina Colle testimoni delle nozze (poi naufragate) di Elkann con Rosi Greco. Senza contare le presentazioni di libri, gli incarichi, le consulenze… Per dirne una: Elkann presiede il Comitato Scientifico del Centro Internazionale d’Arte e Cultura di Palazzo Te, a Mantova… e indovinate chi siede nel consiglio direttivo? Insomma, i due sono un tandem inossidabile, eppure… eppure, caro Vittorio, ti sei perso una “enne”.
E va bene che hai messo il suo “nominato” Gaetano Pesce in prima classe, un po’ discosto dalla turba, però, proprio rammentando la sua Italia in croce, ti assegniamo tre Pater e un’Ave di penitenza…
– Anita Pepe
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