E Quelli della New Gallery non fanno più ridere. Occhio alla falsissima intervista di Flash Art a Cattelan
Se vi accontentate di questo, continuate pure. Se vi accontentate di trarre in inganno e disinformare normali lettori e frequentatori di social network, che giustamente gettano sulle vostre genialate uno sguardo veloce e magari le prendono per buone, siete alla frutta, anzi all’ammazzacaffè. Noi non possiamo che registrare il tristo tramonto di un qualcosa potenzialmente […]
Se vi accontentate di questo, continuate pure. Se vi accontentate di trarre in inganno e disinformare normali lettori e frequentatori di social network, che giustamente gettano sulle vostre genialate uno sguardo veloce e magari le prendono per buone, siete alla frutta, anzi all’ammazzacaffè. Noi non possiamo che registrare il tristo tramonto di un qualcosa potenzialmente interessante e forte, se fosse stato gestito con intelligenza. Ma voi evidentemente non l’avete.
Di chi parliamo? Degli ex-burloni della New Gallery, un’anonima entità romana che tre anni or sono scosse e non poco l’ambiente inventandosi di sana pianta una nuova galleria con tanto di mega-opening, che fece accorrere davanti a un portone chiuso qualche centinaio di presenzialisti. Intrigante, frizzante, anche salutare se vogliamo. Ma impegnativo da sostenere, volendo continuare sulla difficile via della de-sacralizzazione efficace e pungente. E invece questi ragazzotti da allora hanno infilato una baggianata dietro l’altra, riducendo la trovata dell’esordio ad un puro caso fortuito: un falso Cattelan, un falso Hirst, una falsa lista-di-Sgarbi. Tutti smascherati da noi a tempo di record.
Adesso tornano alla carica – diamo per assodata la loro paternità, a meno che non esista qualche ancor più maldestro imitator degl’imitatori – con una ridicola falsa intervista di Flash Art a Maurizio Cattelan, che tentano di veicolare con la scusa di un appello animalista contro l’artista tassidermista. Tanto ridicola che non vale neanche la pena di dilungarsi sul perché è falsa: allegano un pdf, ma specificano che è “di prossima pubblicazione”, e già questo è poco o punto credibile; la grafica rabberciata cerca senza riuscirci di imitare quella della rivista; al povero Giancarlo Politi mettono in bocca “domande” a dir poco imbarazzanti, non solo per i toni ed i ritmi brechtiani, ma proprio per gli errori di sintassi (“Vorrei partire da come concepisci i tuoi progetti?”).
E come ciliegina sulla torta, tirano fuori le migliori doti dell’abc di Photoshop per corredare il tutto con il patetico Topoconiglio che vedete sopra, la fantomatica nuova opera cattelaniana che avrebbe indignato gli animalisti. Avessero rielaborato l’asino di Cattelan, la loro firma sarebbe stata inequivocabile…
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