Final act. E la naval-performance di Thomas Huber e Wolfgang Aichner alla Biennale finisce in un naufragio
Qualcosa di simile era capitato già nel 2009: un’opera pronta per la Biennale di Venezia – era quella diretta da Daniel Birnbaum -, che affonda nelle acque della laguna. Ma allora l’incidente fu più comprensibile: ad inabissarsi su infatti una casa galleggiante ideata dall’artista statunitense Mike Bouchet, nello spazio d’acqua dell’Arsenale davanti alle Gaggiandre. Oggi […]
Qualcosa di simile era capitato già nel 2009: un’opera pronta per la Biennale di Venezia – era quella diretta da Daniel Birnbaum -, che affonda nelle acque della laguna. Ma allora l’incidente fu più comprensibile: ad inabissarsi su infatti una casa galleggiante ideata dall’artista statunitense Mike Bouchet, nello spazio d’acqua dell’Arsenale davanti alle Gaggiandre.
Oggi la cosa fa più notizia, perché a scomparire mestamente fra i flutti è una barca: ovvero la protagonista di Passage2011, la folle impresa ideata dagli artisti tedeschi Thomas Huber e Wolfgang Aichner come evento collaterale della Biennale 2011. In che consiste(va)? Nel trascinare a mano, senza l’aiuto di mezzi tecnici, una barca pesante 150 kg da Monaco, Germania, attraverso le Alpi, per vararla poi nelle acque di Venezia. A piedi, attraverso le Alpi della Zillertal e il ghiacciaio di Schlegeis, con tanto di soste in Alto Adige e tappe al Castel Taufers di Campo Tures e al Museion di Bolzano.
Poi il paradosso, per una imbarcazione: finchè si era sulla terraferma, tutto bene: quando si è intravista l’acqua… beh, lo vedete dalla sequenza fotografica: con (involontaria?) autoironia, loro l’hanno chiamato “final act”!
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