La mostra curigeriana al Palaexpo non entusiasma. E tutti si fermano a giocare nella sala di Norma Jeane…
Sarà la stanchezza per le giornate veneziane, che specie per chi non è abituato a deambulare per la serenissima risultano alquanto provanti. Sarà lo sforzo per cercare una chiave di lettura a questa attesa mostra internazionale, che soprattutto nella sezione al Palaexpo ai Giardini di ILLUMInazioni ne fornisce a dosi omeopatiche. Fatto sta che girando […]
Sarà la stanchezza per le giornate veneziane, che specie per chi non è abituato a deambulare per la serenissima risultano alquanto provanti. Sarà lo sforzo per cercare una chiave di lettura a questa attesa mostra internazionale, che soprattutto nella sezione al Palaexpo ai Giardini di ILLUMInazioni ne fornisce a dosi omeopatiche. Fatto sta che girando per un percorso fin troppo ordinato e silenzioso, l’unico assembramento animato si incontra arrivati alla sala allestita dall’artista Norma Jeane.
La quale ha piazzato al centro dello spazio un pallet carico di pani di pongo di color rosso, bianco o nero (prodotto dal collezionista italiano Giulio di Gropello), invitando i visitatori a farne uso con applicazioni variamente creative sulla bianche pareti. Giochino che pare aver catturato l’attenzione di molti: dall’artista che – pur di “esserci” – non esita ad utilizzare lo spazio “appaltato” dalla Jeane, al PR che approfitta di tanta visibilità appiccicando direttamente la sua business card, al classico innamorato che preferisce il pongo ai lucchetti di Moccia, all’idealista che coglie l’occasione per propagandare il suo “vota sì” (referendario?). Ma la più spiazzante è la scritta non propriamente bostoniana che qualcuno – un livornese, c’è da scommetterci – dedica a Pisa…
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