Libero ponte in libero parco. A Madrid pronto l’Arganzuela footbridge di Dominique Perrault
Un ponte si sa, assolve la funzione primaria di collegare qualcosa, spesso due sponde di un’area solcata da un fiume. Ma capita – come in questo caso – che esso sia anche considerato più di un semplice link, passaggio, ma luogo privilegiato da cui godere una vista inaspettata su porzioni di città. Cosi probabilmente Dominique […]
Un ponte si sa, assolve la funzione primaria di collegare qualcosa, spesso due sponde di un’area solcata da un fiume. Ma capita – come in questo caso – che esso sia anche considerato più di un semplice link, passaggio, ma luogo privilegiato da cui godere una vista inaspettata su porzioni di città. Cosi probabilmente Dominique Perrault ha immaginato il ponte ciclopedonale Arganzuela, appena inaugurato a Madrid sul fiume Manzanarre. Lungo 278 metri lineari e con una larghezza che varia dai 5 ai 12 metri, è costituito da due tronchi di cono rastremati, che si guardano l’un l’altro come binocoli sovradimensionati.
Avvolti da nastri incrociati simili a costole di balena e da una rete metallica, i due segmenti di ponte assecondano un andamento elicoidale che disegna insieme la sua qualità strutturale e una trama filigranata di luci ed ombre, che genera un’alternanza di sezioni opache e sezioni trasparenti. Grazie al rivestimento in legno e alla creazione di sedute a gradoni (intelligente modo per creare dislivello e separare la zona pedonale da quella ciclabile) il ponte ben si presta come sito panoramico. Voluto dalla città di Madrid nel 2005, attraversa e scavalca (ma con accesso diretto) un grande parco pubblico di dieci ettari risistemato dai progettisti olandesi West 8, in collaborazione con i paesaggisti spagnoli Mrio Arquitectos. Una grande operazione complessiva quindi, che consente alla cittadinanza libero sfogo in libero parco, regalandole non solo una vasta area verde ma anche un interessante connettivo dal sapore contemporaneo.
A conferma che le due cose devono non solo coesistere, ma anche essere ugualmente fruibili nelle nostre città, pena il decadimento intellettuale che sposa esigenze green con bell’architettura…
– Giulia Mura
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