Non lo sa nessuno ma anche Ostia ha il suo piccolo Maxxi. È pure quasi finito ed ha già un nome
Comprendiamo che sia dura da credere, ma il cantiere, ufficialmente è un project financing (opera pubblica costruita con soldi privati che poi si ripagano con la gestione della stessa) che punta alla edificazione di uno “spazio espositivo per l’arte moderna e contemporanea” nel pieno cuore di Ostia, il lido di Roma. Un centro d’arte contemporanea […]
Comprendiamo che sia dura da credere, ma il cantiere, ufficialmente è un project financing (opera pubblica costruita con soldi privati che poi si ripagano con la gestione della stessa) che punta alla edificazione di uno “spazio espositivo per l’arte moderna e contemporanea” nel pieno cuore di Ostia, il lido di Roma. Un centro d’arte contemporanea ad Ostia? Ebbene sì. Tutti da vedere, come accade in questi casi, i contenuti.
La nuova architettura, firmata dallo sfizioso studio Structura, doveva essere consegnata già alcuni anni fa, poi nel lotto in questione, una ex rimessa di autobus pubblici, è stato trovato tanto inquinamento e l’area ha dovuto subire pesanti bonifiche. Arriviamo a questi mesi ed alle fluide volute del tetto che stanno decisamente prendendo forma. L’area, affacciata su Corso Duca di Genova, comprenderà parcheggi, negozi, bookshop e poi 400 mq di area espositiva oltre che la disponibilità, sempre per eventi d’arte, della piazza al primo piano, semicoperta.
L’appalto è in capo all’assessorato all’Urbanistica, ma sarà – immaginiamo – l’assessorato alla Cultura a doversi far sotto, ora che ci si avvia al completamento del manufatto, per reclamare quanto gli compete e proporre un modello di gestione. Affidare i 400mq a qualche associazione locale di Ostia beach? Pubblicare un bando? Affidare la gestione degli spazi al Macro facendone la sede litoranea?
L’importante sarà fare una qualche scelta, altrimenti gli spazi destinati a mostre potrebbero venire – come accade in questi casi – fagocitati dalle certamente più redditizie aree commerciali e affittati come tali. Intanto il centro – che una volta finito sarà costato 8 milioni di euro – ha già il suo nome Ex de po’ (essendo un ex deposito di bus, giustappunto) ed il suo logo. Ma quest’ultimo lo riveleremo più in là…
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