Quando l’editoria mondiale la smette di far finta che non esistiamo. Firenze si accaparra 24 pagine sul numero estivo di Monocle
Non capita di certo a tutte le città italiane di avere una qualche menzione su Monocle, la bibbia dei trendsetter dei cinque continenti. Non capita ad esempio, mai, di essere presenti con nessuna tra le nostre mini-metropoli nella classifica della qualità della vita (vinta sempre da posti “divertentissimi” come Helsinki, Vancouver, Auckland o Melbourne), dove […]
Non capita di certo a tutte le città italiane di avere una qualche menzione su Monocle, la bibbia dei trendsetter dei cinque continenti. Non capita ad esempio, mai, di essere presenti con nessuna tra le nostre mini-metropoli nella classifica della qualità della vita (vinta sempre da posti “divertentissimi” come Helsinki, Vancouver, Auckland o Melbourne), dove non è che ci posizioniamo a bassa classifica, no: proprio non ci siamo.
Ecco perché fa assai specie vedere che il numero estivo della rivista diretta da Tyler Brulé dedichi 24-pagine-24 a Firenze. Cercando di sfatarne il mito, che per fortuna vacilla un po’ a partire dall’elezione di Matteo Renzi, di bella addormentata sull’Arno. Design, moda, ristoranti, potere&politica, imprese, grandi progetti per il futuro e nuove architetture come l’Auditorium e la stazione di Norman Foster. C’è un po’ di tutto nella “city survey”, e si parla naturalmente anche di arte. La selezione delle top five galleries della capitale toscana enumera, secondo Monocle, la Strozzina al primo posto e poi EX3, lo Studio Marangoni, il Museo Marino Marini e Base.
Spazio anche per Fabbrica Europa e i nuovi progetti alle Murate, dove però non si farà il nuovo centro d’arte contemporanea. In una breve intervista, poi, l’assessore alla cultura Giuliano Da Empoli parla di un grande progetto di “diplomazia culturale” che punta a far diventare la città un crocevia mondiale di cervelli.
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