Quando le nuove leggi ti cambiano la vita in meglio. Arrivi in Biennale, trovi la sala sampa e ti puoi gettare sul primo computer libero senza doverti registrare
Evviva il decreto mille proroghe o come diavolo si chiamava. Ormai per far navigare la gente in Italia non occorre più chiedergli il documento, la data di nascita, il codice fiscale e la partita iva. Dopo quei bei vent’anni dalla nascita di Internet il di noi governo ha capito che l’equazione “internet user = terrorista” […]
Evviva il decreto mille proroghe o come diavolo si chiamava. Ormai per far navigare la gente in Italia non occorre più chiedergli il documento, la data di nascita, il codice fiscale e la partita iva. Dopo quei bei vent’anni dalla nascita di Internet il di noi governo ha capito che l’equazione “internet user = terrorista” non ha grandi ragion d’essere ed è tornato sui suoi passi.
Navigare senza imbarcarsi nel macchinoso disbrigo di pratiche burocratiche ora si può. Anche in Biennale. E così la sala stampa fluidifica decisamente il suo utilizzo: niente prenotazioni, niente registrazioni, niente consegna dei dati. Vedi un computer libero e ti ci getti sopra per lavorare. Ehi, abbiamo detto “lavorare”, che i computer della Biennale si autodistruggono appena scoprono che l’utilizzato sta cazzeggiando. Chiaro!?
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