Worst of. Tribnews da maneggiare con ancor maggiore cura: la classifica dei padiglioni peggiori
Ieri abbiamo ipotizzato un primo, precarissimo, podio dei padiglioni ai Giardini più belli. Oggi, come preannunciato, vi buttiamo lì la graduatoria nostra personalissima di quelli più “brutti” tra tante virgolette. Anche qui il vero obbiettivo è sollecitare il vostro parere, almeno quello di quanti tra voi hanno avuto già modo di vedere la Biennale. Insomma, […]
Ieri abbiamo ipotizzato un primo, precarissimo, podio dei padiglioni ai Giardini più belli. Oggi, come preannunciato, vi buttiamo lì la graduatoria nostra personalissima di quelli più “brutti” tra tante virgolette. Anche qui il vero obbiettivo è sollecitare il vostro parere, almeno quello di quanti tra voi hanno avuto già modo di vedere la Biennale. Insomma, bando alla ciancie ed ecco qui la nostra colonna infame:
1. L’arte non è Cosa Nostra / ITALIA
Una roba umiliante non solo per noi italiani. Una mostra d’arte contemporanea fatta avendo in odio l’arte contemporanea. Ma non traspare l’odio, traspare solo la sciatteria e il perssappochismo. Peccato perché l’idea non era neppure malvagia.
2. Christian Boltanski / FRANCIA
La Francia è il paese delle avanguardie, della modernità, il paese che ospita l’unica vera città d’Europa, il paese da cui tutti noi ci aspettiamo coraggio, voglia di rischiare, fuga dalle cose scontate, tensione verso il nuovo. E invece…
3. Diohandi / GRECIA
Era un passaggio importante per la Grecia. Paese in crisi nera che doveva dimostrare di voler risorgere grazie alla cultura (avete presente cosa ha fatto negli ultimi 5 anni l’Argentina, per dire?). Al contrario il padiglione ellenico è solo una operazione furbetta, fighetta, di design. E pure didascalica.
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