Ancora sul commentario di Artribune. Avevamo dato l’okkay ai nickname anonimi. Volete per caso farcene pentire?

Crisi isterica, psicanalista, cesso, toletta quotidiana, effluvi maleodoranti… E via di questo passo. Qualcuno può spiegarci cosa c’entrino queste espressioni, con un website che tratta di arte e creatività varia, e con le riflessioni che le informazioni che veicola dovrebbero innescare? Già, perché si tratta di citazioni tratte dal commentario di Artribune. Noi abbiamo sempre […]

Crisi isterica, psicanalista, cesso, toletta quotidiana, effluvi maleodoranti… E via di questo passo. Qualcuno può spiegarci cosa c’entrino queste espressioni, con un website che tratta di arte e creatività varia, e con le riflessioni che le informazioni che veicola dovrebbero innescare?
Già, perché si tratta di citazioni tratte dal commentario di Artribune. Noi abbiamo sempre sostenuto, e non intenderemmo derogare ora, che l’importanza e la portata che ci sentiamo ormai di definire “sociologica” dei commenti sempre più frequenti sui nostri canali, sono imprescindibilmente legate alla libertà di cui godono i lettori nel pubblicarli. E di certo non partiamo da posizioni etiche, o men che meno bacchettone, se ora però diciamo: c’è un limite a tutto.
Sia chiaro: non vogliamo contestare l’approccio dei commentatori, e neanche la veemenza – che spesso comporta passione – nel sostenere le proprie idee. Però intendiamo banalmente vigilare per evitare le cadute nella scurrilità gratuita, ed anche i casi di vera e propria “aggressione” verbale che spesso perde di vista l’oggetto del dibattito scendendo sul personale. Cose ultimamente ricorrenti, come la fattispecie affatto nuova – e abbastanza surreale – della sostituzione-di-identità, ancorchè anonima. Cui prodest?
Diciamo questo, per invitare cordialmente tutti i lettori ad attenersi nei commenti ai temi che li interessano ed hanno attirato la loro curiosità e desiderio di esprimersi, accantonando le escursioni – del resto del tutto inutili e fuori contesto – di carattere personale e/o offensivo. In caso contrario, ci vedremo costretti obtorto collo ad introdurre un controllo nei contenuti dei commenti, cosa che subiremo come una violenza contraria – come detto più volte – ai nostri intenti libertari. Dunque, un breve manuale di comportamento:

a. Non andare fuori tema rispetto all’argomento dell’articolo sotto al quale si commenta;
b. Non trascendere in attacchi diretti alle persone, stare sempre sul merito;
c. Non rubare l’identità e il nick altrui: tutti voi siete rintracciabili tramite indirizzo ip, è ridicolo prendere le sembianze di altri commentatori;
d. Non trasformare il commentario in una partita a ping pong. Se la discussione si riduce ad un botta e risposta tra solo due commentatori, si può passare alla mail: il commentario serve come agorà che favorisca la partecipazione di quanti più lettori;
e. Non esagerare nella lunghezza degli interventi, la sintesi è un valore.

Allora, disposti a rispettare un briciolo di civili norme di convivenza? O ci volete obbligare a cambiare policy?

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Redazione

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