Attenzione all’arte africana. Scende in campo anche la Tate Modern, assieme alla Guaranty Trust Bank
L’obbiettivo? Ampliare gli orizzonti dell’istituzione londinese in Africa, offrendo una piattaforma destinata agli artisti africani per dar loro maggiore visibilità internazionale. L’istituzione in oggetto è la Tate Modern, che per perseguire il progetto ha stretto un accordo con la banca africana Guaranty Trust Bank. La partnership prevede la creazione di una postazione curatoriale alla Tate incentrata […]
L’obbiettivo? Ampliare gli orizzonti dell’istituzione londinese in Africa, offrendo una piattaforma destinata agli artisti africani per dar loro maggiore visibilità internazionale. L’istituzione in oggetto è la Tate Modern, che per perseguire il progetto ha stretto un accordo con la banca africana Guaranty Trust Bank. La partnership prevede la creazione di una postazione curatoriale alla Tate incentrata sull’arte africana, un fondo di acquisizione per consentire alla galleria di accrescere la collezione e un progetto annuale.
Il primo dei progetti annuali, che verranno stabiliti nel tempo, prevede una mostra intitolata Contested Terrains, che avrà luogo alla Tate dal 29 luglio al 16 ottobre, curata dalla galleria e dai curatori del Centre for Contemporary Art di Lagos (Nigeria), che verrà esportata in Nigeria il prossimo inverno. I temi affrontati esplorano la politica e la società odierna, sia a livello locale che nel mondo e il ruolo dell’arte come mediatrice del passato e del presente. In mostra saranno presenti artisti contemporanei come il nigeriano Adolphus Opara, il sudafricano Michael MacGarry, Sammy Baloji e Kader Attia.
La Tate Modern possiede già oltre cento opere di artisti africani, principalmente del nord e sud dell’Africa, a cui verranno aggiunti nei prossimi anni anche opere di artisti delle regioni sub-sahariane. Chris Dercon, Direttore del museo, ha affermato che questa partnership darà riconoscimento al significato dell’arte moderna e contemporanea in Africa e fornirà ad essa la visibilità che merita a livello internazionale.
– Martina Gambillara
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