Chiudo, anzi no. Ferran Adrià mette in pausa El Bulli, e prepara il ritorno sotto forma di gastro-fondazione
“ElBulli non chiuderà, si sta soltanto trasformando, perchè la sua anima è immortale”. Questo ha detto Ferran Adrià, l’anima del mitico ristorante a nord di Barcellona, parlando recentemente a un gruppo di studenti a Valencia. Ed ora si arriva al dunque: un’ultima cena, offerta ai membri del personale di più lunga data e alle loro famiglie, […]
“ElBulli non chiuderà, si sta soltanto trasformando, perchè la sua anima è immortale”. Questo ha detto Ferran Adrià, l’anima del mitico ristorante a nord di Barcellona, parlando recentemente a un gruppo di studenti a Valencia. Ed ora si arriva al dunque: un’ultima cena, offerta ai membri del personale di più lunga data e alle loro famiglie, e da domenica 31 luglio porte chiuse. Dopo 15 anni El Bulli, a lungo il miglior ristorante del mondo secondo moltissime guide e testate più o meno di settore, aveva forse davvero concluso il suo ciclo. El Bulli è stato la Spagna rampante degli Anni Zero, Spagna che oggi ha tutt’altre preoccupazioni. El Bulli è stato il tempio della cucina che strizzava l’occhio alla chimica, tutta sifoni e spume, cucina che oggi è in via di estinzione.
Adrià e i suoi riapriranno nel 2014, con il progetto non-profit ElBullifoundation, un think tank culinario-creativo votato a studiare nuove tecniche di cottura e sviluppare nuovi sapori. Che ogni anno concederà una ventina di borse di studio a cuochi che potranno trascorrere dodici mesi di lavoro con il personale di ElBulli. Fondazioni, residenze, borse di studio: insomma, si avvicina ancor più il lavoro dello chef catalano agli stilemi dell’arte contemporanea.
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