Hai voglia a riqualificare e rifunzionalizzare la nostra offerta museale italiana. Qui stiamo ancora con gli orari (assurdi) scolpiti nel marmo…
C’è un grosso tema – per la verità affrontato troppo poco – che è il tema degli orari di fruizione del nostro patrimonio museale. Un tema che si cerca di risolvere in maniera spot, episodica. Magari con – giustissime e graditissime, da parte del pubblico – aperture notturne una tantum, durante i mesi estivi o […]
C’è un grosso tema – per la verità affrontato troppo poco – che è il tema degli orari di fruizione del nostro patrimonio museale. Un tema che si cerca di risolvere in maniera spot, episodica. Magari con – giustissime e graditissime, da parte del pubblico – aperture notturne una tantum, durante i mesi estivi o i “ponti” di festa. Resta però il problema di fondo, inaccettabile: gran parte del patrimonio museale italiano, per lo meno quello sotto la gestione dello Stato centrale, propone ai visitatori orari prettamente ministeriali.
E lo fa vantandosene, evidentemente. Visto che ci si permette, in un museo d’arte moderna, santiddio, di scrivere gli orari su una lapide di marmo, come fossero cosa immutabile e imperitura e non, come effettivamente dovrebbero essere, flessibili e adattabili alle esigenze. Ma poi, sinceramente, esiste in Europa, in tutta Europa, un museo dell’importanza della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (ma è solo un esempio, l’Italia è piena di casi simili) che sta chiuso la domenica pomeriggio?
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