Koolhaas formato gigante. È lo studio OMA il vincitore in Francia del concorso per il nuovo Parc des expositions di Toulouse
È necessario partire con dei numeri, per definire il nuovo progetto di OMA in Francia, a Toulouse: 338mila mq su 150 acri di terreno agricolo. E poi ancora: lungo 660 metri, alto 24 e largo 316. 40mila mq di esposizione interna, 41mila esterna, 15mila di spazi multifunzione, 15mila di aree amministrative, 160mila di parcheggi, a […]
È necessario partire con dei numeri, per definire il nuovo progetto di OMA in Francia, a Toulouse: 338mila mq su 150 acri di terreno agricolo. E poi ancora: lungo 660 metri, alto 24 e largo 316. 40mila mq di esposizione interna, 41mila esterna, 15mila di spazi multifunzione, 15mila di aree amministrative, 160mila di parcheggi, a cui seguirà un’ulteriore espansione di altri 82mila mq.
Una superficie espositiva dunque – non a caso chiamata Parc des expositions, e non Centre des expositions – che a livello dimensionale non ha paragoni con nessun’altro polo. Una stecca, definita da un asse est/ovest, che delimita da un lato l’Aeroconstellation ZAC Development e dall’altra il fiume Garonne, escludendo cosi qualsiasi possibilità di espansione del tessuto circostante, caratterizzato da strutture frammentate, ampie autostrade e spazi residuali. Ciò che si vuole sottolineare qui è il concetto di compattezza del blocco rettangolare, idea tanto forte da aver costituito il punto focale che ha portato alla vittoria di OMA su altri 51 partecipanti al concorso, indetto da SPLA, Société Publique Locale d’Améngement.
Sviluppato su una pianta libera e con una struttura in acciaio e vetro usata per alleggerire l’imponente volume dell’edificio, il PEX predilige un andamento dello spazio regolare e sfalsato su piani, con un’alternanza continua di pieni e vuoti, trasparenze e opacità, grandi luci ed enormi altezze.
Coordinata da Clément Blanchet (direttore di OMA France) sotto l’occhio onnipresente e vigile di Rem Koolhaas, la costruzione dovrebbe terminare nel 2016, dotando Toulouse e dintorni di un magnifico, quanto sovradimensionato spazio per la socialità allargata.
– Giulia Mura
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