Una piccola Parigi, a Parigi. Nel Parc de la Villette squilla la Ville Intelligente di Jakob+MacFarlane
Un piccolo padiglione nel Parc de la Villette. Di un arancione squillante, fin troppo visibile. È l’opera dello studio parigino Jakob+MacFarlane – quelli della Cité de la Mode et du Design, tanto per citare la loro impresa forse più conosciuta -, che è stato chiamato ad elaborare per Artevia e Orange Group (qui spiegata la […]
Un piccolo padiglione nel Parc de la Villette. Di un arancione squillante, fin troppo visibile. È l’opera dello studio parigino Jakob+MacFarlane – quelli della Cité de la Mode et du Design, tanto per citare la loro impresa forse più conosciuta -, che è stato chiamato ad elaborare per Artevia e Orange Group (qui spiegata la scelta cromatica) un guscio dalla fisionomia organica, simile ad un grande coleottero mansueto.
Si chiama la Ville Intelligente, ed altro non è che uno spazio dedicato ad un’esposizione Temporanea di arte con-temporanea: 370 mq che, per un breve periodo, ospiteranno eventi e vernissages. A giungo, quattro giorni di Hello Demain, passeggiata nel cuore di quell’innovazione che vuole cambiare il nostro stile di vita.
Assemblato con una struttura super leggera a tubolari metallici e tessuto tecnico idrorepellente rubato alla Ferrari, il piccolo padiglione si presenta con un’ossatura estrusa che sorregge una tensostruttura: talmente semplice, smontabile e leggera da rendere possibile qualsiasi situazione espositiva, più o meno ovunque e senza limitazioni.
“La Ville Intelligente – spiegano i due architetti – è stata concepita come una futura ‘Parigi’, o come una struttura nella quale le arterie siano connesse alla metropoli, entrando e divertendosi all’interno di uno spazio in cui la gente possa riscoprire nuove connessioni con la città, le periferie, le strade e i luoghi… una nuova scenografia urbana di reti ed oggetti”.
La notte, la sua luce calda ed arancione (by LightLab), addolcisce i profili della vicina Geode, rendendo la struttura ancor più effimera, interattiva e sinuosa.
– Giulia Mura
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