Il museo? Un luogo totale. Andrea Bellini e il successo del jazz al Castello di Rivoli
“Oggi un museo d’arte contemporanea deve sapersi porre anche come luogo di incontro e di esperienza. Stiamo mettendo a punto una struttura museale elastica ed interdisciplinare, in grado di produrre non solo mostre d’arte contemporanea di grande prestigio e di ricerca, ma anche una vera e propria azione sociale nel territorio”. Il Museo in questione? […]
“Oggi un museo d’arte contemporanea deve sapersi porre anche come luogo di incontro e di esperienza. Stiamo mettendo a punto una struttura museale elastica ed interdisciplinare, in grado di produrre non solo mostre d’arte contemporanea di grande prestigio e di ricerca, ma anche una vera e propria azione sociale nel territorio”.
Il Museo in questione? Il Castello di Rivoli, e chi ne parla in questi termini è il co-direttore Andrea Bellini, che “investe” il periodo estivo non a programmare mostre o incontri, ma in una riflessione quasi filosofica sul nuovo ruolo del museo nella società. Lo spunto viene dal grande successo riscontrato con l’iniziativa Aperitivi in Jazz, organizzata nel mese di luglio presso la terrazza della Caffetteria del museo, in collaborazione con l’Istituto Musicale Città di Rivoli e il Centro di Formazione Musicale della Città di Torino.
Una conferma dell’efficacia della stretta collaborazione con gli Enti locali del territorio torinese e rivolese, definita da qualche anno dal museo con la direzione di Beatrice Merz e dello stesso Bellini. Che così focalizza il suo pensiero: “Conservare ed esporre opere d’arte è una missione centrale ma – da sola – non è sufficiente a interpretare le nuove funzioni e i nuovi obiettivi del museo d’arte contemporanea del XXI secolo”.
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