Notte al Museo. Per AncheNo Festival a Torino ci sarà anche lo sleeping concert, tra video e musica ambient
Due mummie rockettare (siamo o non siamo a Torino, sede del Museo Egizio?) si aggirano mestamente in un parco assolato e vuoto. Finchè una delle due viene abbattuta da… un pallone. Si presenta così il promo del nuovissimo AncheNo Festival, che si propone di collegare mondi lontani, essenzialmente musicali. “Un festival lungo un giorno. Un giorno […]
Due mummie rockettare (siamo o non siamo a Torino, sede del Museo Egizio?) si aggirano mestamente in un parco assolato e vuoto. Finchè una delle due viene abbattuta da… un pallone. Si presenta così il promo del nuovissimo AncheNo Festival, che si propone di collegare mondi lontani, essenzialmente musicali. “Un festival lungo un giorno. Un giorno senza soste, tre palchi in tre zone distanti della città, dove vivere tre esperienze completamente diverse eppure riunite da un’unica filosofia”, si legge sul sito. Un giorno intero, perché AncheNo va in scena dalle 13 di sabato 3 settembre alle 7 della mattina successiva.
E le arti visive ci saranno? Ci saranno anche quelle. Nel giorno di apertura, al parco Colonnetti, che circonda la grande fabbrica di Mirafiori, tra le cinque band che si susseguiranno sul palco dalle 16 – L’Ocean, Bianco, Niagara, The Cyborgs e AntiAnti, il progetto hip hop del bassista dei Linea 77 Dade – per una serie di concerti gratuiti, ci sarà posto anche per i live paintings di Max Petrone, reduce dalla performance di street art nell’ex fabbrica Aspira (ormai in demolizione) di via Foggia e specializzato in ritratti dell’underground torinese. Seguiranno poi, presso La Fabbrica di Sassi (Nietzsche Fabrik), la formazione classico-elettronica dei torinesi Larsen e le atmosfere rarefatte dell’islandese Johan Johannson.
Il tutto si concluderà a tarda notte al Museo di Scienze Naturali con una forma d’arte poco conosciuta in Italia ma diffusa in Europa, soprattutto in Germania e Regno Unito: lo sleeping concert (in questo caso musicato dall’irlandese Steven Stapleton), un’esperienza visiva e sonora che combina l’esecuzione dal vivo di musica d’ambiente alla proiezione su schermo di filmati crepuscolari, fatti apposta per far addormentare il pubblico, o meglio, per indurlo in trance. Per l’occasione il Museo verrà dotato di comodi giacigli e verranno anche serviti caffè e brioche calde, ma i posti disponibili saranno solo 150, pertanto, prenotatevi!
– Claudia Giraud
Info e prevendite: [email protected]
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati