Ancora al Teatro Valle, ma stavolta a dibattere di massimi sistemi. A Roma serata fra filosofia e videoarte
Le giornate sono lunghe, durante le okkupazioni. Ed in questo caso – quello del Teatro Valle, a Roma – è difficile pensare di impiegare qualche ora in improvvisati tornei di carte, o in amori sbocciati fra banchi e corridoi, come si faceva con le occupazioni scolastiche. Che fare allora, una volta ribadite le proprie irremovibili […]
Le giornate sono lunghe, durante le okkupazioni. Ed in questo caso – quello del Teatro Valle, a Roma – è difficile pensare di impiegare qualche ora in improvvisati tornei di carte, o in amori sbocciati fra banchi e corridoi, come si faceva con le occupazioni scolastiche. Che fare allora, una volta ribadite le proprie irremovibili posizioni verso la politica e l’amministrazione di turno?
Allargare la visuale a temi filosofici: Il destino e il libero arbitrio, il caso e la calcolabilità, l’inerzia del singolo individuo e le strategie politiche dei governanti. E chiamare la creatività – videoarte, performance – a dare evidenza plastica ed evocativa a parole che altrimenti perdono l’energia e la vitalità richieste dal contingente. A questo hanno pensato le giovani curatrici Elena Abbiatici e Valentina G. Levy, che per sabato 10 settembre – alle 19.30 – hanno messo in piedi al Valle la serata dal titolo Dove finisce il destino?.
Fra i videoartisti che si incaricheranno di “lanciare” il dibattito ci sono Elena Bellantoni con Spielplatz, Giovanni Ozzola con Superficiale «Under my skin», Zimmerfrei con Panorama_Roma, Vittorio Santoro con Visionneurs et voyeurs I, Francis Alÿs con Sometimes making something leads to nothing, assieme a Jessica Iapino con la performance live Play peace, ed Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti e Luigi Presicce con la video-performance La festa dei vivi (che riflettono sulla morte). Conclusioni affidate agli interventi di Pietro Montani, docente di Estetica, e Valentina Valentini, docente di Arti performative.
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