Il salvatore dell’architettura americana. Maxi evento al Maxxi: arriva Joshua Prince Ramus, ed il suo approccio umanistico al costruire
L’occasione? Y1, premiazione del concorso Venice CityVision Competition, organizzato nei giorni scorsi dal free press d’architettura CityVision Mag. Sceglie Roma e il Maxxi come luogo privilegiato dove poter sviscerare la propria poetica progettuale, Joshua Prince Ramus – fondatore dei REX Architects a New York e partner in charge del notissimo studio OMA di Rem Koolhaas […]
L’occasione? Y1, premiazione del concorso Venice CityVision Competition, organizzato nei giorni scorsi dal free press d’architettura CityVision Mag. Sceglie Roma e il Maxxi come luogo privilegiato dove poter sviscerare la propria poetica progettuale, Joshua Prince Ramus – fondatore dei REX Architects a New York e partner in charge del notissimo studio OMA di Rem Koolhaas – per la sua prima lecture italiana. In un’ora abbondante una carrellata di immagini e progetti, ma soprattutto (e sorprendentemente) di schemi e diagrammi d’analisi. Si, perché l’affascinante JPR rivela subito il suo segreto: ciò che lui indaga come progettista, non è tanto la capacità di stupire il cliente quanto piuttosto l’incessante ricerca e creazione di un nuovo paradigma in cui l’idea stessa di architettura non sia definita da brillanti e solitarie soluzioni, ma da un approccio collaborativo e altamente concettuale definito “Iper – Rational”.
La composizione dei volumi nasce da una attenta riflessione preliminare che investe numerosi fattori in parallelo: la città, l’environment , la struttura, le connessioni, i flussi, la destinazione d’uso, il numero di fruitori… nulla è lasciato al caso, o al puro gesto stilistico. Una visione che probabilmente nasce in Joshua P. Ramus dalla sua formazione umanistica ancor prima che architettonica, essendo laureato con lode in filosofia a Yale, e con successivo master in progettazione ad Harvard, membro di SOM e visiting professor nelle maggiori università americane. Il che gli conferisce non solo grande preparazione, ma una valanga di descrizioni positive: “salvatore dell’architettura americana” per la rivista Esquire, “uno dei migliori 5 architetti under 50 al mondo”, “uno dei 20 architetti essenziali” per ICON e per Wallpaper…
– Giulia Mura
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