L’Arte Povera? Una bolla di sapone. Succede anche questo al MAMbo
Torniamo indietro di qualche giorno, ossia allo scorso venerdì. Al MAMbo di Bologna si tiene la prima conferenza stampa del ciclo di mostre coordinate da Germano Celant e dedicate all’Arte Povera, di cui hanno sentito parlare ormai anche i neonati e gli ultraottantenni. Dunque, non si annuncia nulla di particolarmente eclatante o entusiasmante. Se non […]
Torniamo indietro di qualche giorno, ossia allo scorso venerdì. Al MAMbo di Bologna si tiene la prima conferenza stampa del ciclo di mostre coordinate da Germano Celant e dedicate all’Arte Povera, di cui hanno sentito parlare ormai anche i neonati e gli ultraottantenni. Dunque, non si annuncia nulla di particolarmente eclatante o entusiasmante. Se non fosse per un fuori programma contestatario che non poteva non essere creativo. E così, appena Celant inizia il suo intervento, Alberto Esse, che si autodefinisce “già esponente della neo avanguardia emiliana alla fine degli anni ’60”, si mette a soffiare delicate e “scivolose” – è il principio in base al quale si tenta di farlo desistere – bolle di sapone.
Fra qualche malumore e alcuni addetti alla sicurezza che non riescono nell’intento di “accompagnare all’uscita” il performer, la conferenza stampa si conclude senza incidenti né ulteriori fuori programma. Certo non è in calendario una personale di Alberto Esse al MAMbo per i prossimi 50 anni, presumiamo. Ma forse ci si potrà attendere altri momenti suggestivi nei prossimi incontri con la stampa a soggetto Arte Povera.
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