“Prima di fare l’artista, rubavo nei negozi”. Miranda July, dalle pagine del New Yorker, racconta il suo passato da taccheggiatrice…
Dalla prima volta che l’hanno beccata, a soli diciannove anni, per il furto di una confezione di Neosporin in un supermercato, a quando, più grandicella, si divertiva a organizzare truffe ai danni delle compagnie aeree, simulando furti di bagagli e riscuotendo l’assicurazione. Miranda July, acclamata artista e regista statunitense – il suo nuovo film, The […]
Dalla prima volta che l’hanno beccata, a soli diciannove anni, per il furto di una confezione di Neosporin in un supermercato, a quando, più grandicella, si divertiva a organizzare truffe ai danni delle compagnie aeree, simulando furti di bagagli e riscuotendo l’assicurazione. Miranda July, acclamata artista e regista statunitense – il suo nuovo film, The Future, presentato al Sundance Festival, è già sugli schermi americani ed esce il 4 novembre in Gran Bretagna – ha usato le pagine del New Yorker per raccontare il suo passato di “shoplifter”.
La July descrive il suo antico vizietto come un atto liberatorio: “sentivo di avere la libertà di auto-distruggermi, di rovinare tutto”. Fino a quando, seduta sulle gambe del suo primo vero fidanzato, ha deciso che era ora di mettere la testa a posto: “ho realizzato che non dovevo essere una criminale per essere un’artista. L’arte stessa poteva essere il mio crimine. Può essere abbastanza pericolosa da soddisfare il mio bisogno di ribellione”.
– Valentina Tanni
www.mirandajuly.com
L’articolo sul New Yorker
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