Basta con la casta. Le case d’asta nell’obbiettivo di Artprice, che annuncia il via alle aste online. E l’ingresso in Asia…
Una “minuscola casta che era persuasa di poter perpetuare nel XXI secolo un monopolio nato nel 1556”. Sì, la definizione si attaglia – soprattutto in Italia, ahinoi – a diverse categorie e fattispecie: ma in questo caso non siamo in Italia, e destinatari degli strali sono le case d’asta. Le parole sono infatti tratte da […]
Una “minuscola casta che era persuasa di poter perpetuare nel XXI secolo un monopolio nato nel 1556”. Sì, la definizione si attaglia – soprattutto in Italia, ahinoi – a diverse categorie e fattispecie: ma in questo caso non siamo in Italia, e destinatari degli strali sono le case d’asta. Le parole sono infatti tratte da un’intervista a Thierry Ehrmann, amministratore delegato di Artprice.com, sito specializzato in informazioni sul mercato dell’arte, consultato da 1,3 milioni di utenti registrati in tutto il mondo. Che nell’intervista uscita sulle stessa Artprice, oltre a parlare della situazione finanziaria globale e della regolamentazione borsistica, conferma le intenzioni di creare un portale di aste online.
Come funzioneranno le aste online di Artprice? L’importo medio dell’opera messa in asta sarà di 12mila euro; i venditori saranno chiaramente identificati e con opere certificate, avvalendosi anche del database consultabile delle opere rubate stilato da Interpol. Ehrmann ricorda anche che “Artprice collabora da 5 anni con gli organi di polizia giudiziaria di quasi 70 paesi, suscitando un livello di fiducia raramente uguagliato su Internet, esaltato da una costante collaborazione con gli artisti, con gli aventi diritto e con gli esperti”. Il vantaggio – sia per l’acquirente che per il venditore – di un’asta online è che si passa da un intervallo di un semestre a un intervallo di pochi giorni per realizzare una vendita d’asta a buone condizioni.
Artprice è una società quotata in borsa e quest’anno ha registrato la migliore performance del mercato azionario regolamentato francese, con una variazione del +158% e un volume di scambi sul titolo superiore a 702 milioni di euro. Ma non basta, Artprice vuole anche aprirsi una porta sul mercato asiatico creando una filiale e un sale server ad Hong Kong. “Ormai gran parte della nostra storia futura si svolgerà in Asia”, annuncia infatti Ehrmann.
– Martina Gambillara
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati