Braccia rubate alla fotografia. E anche l’alternativa e corretta Nan Goldin cede alla campagna fotografica per Jimmy Choo
Una bionda top model che sembra uscita da un film fantasy, qualche pavone qua e là, tacchi vertiginosi, il tutto inserito in una scenografica foresta tropicale e in qualche interno polveroso ma molto chic. Il tutto firmato Nan Goldin: è lei l’autrice dell’ultima campagna fotografica per Jimmy Choo, glamourissimo stilista orientale i cui punti di […]
Una bionda top model che sembra uscita da un film fantasy, qualche pavone qua e là, tacchi vertiginosi, il tutto inserito in una scenografica foresta tropicale e in qualche interno polveroso ma molto chic. Il tutto firmato Nan Goldin: è lei l’autrice dell’ultima campagna fotografica per Jimmy Choo, glamourissimo stilista orientale i cui punti di forza sono il tacco venti ed i brillanti un po’ ovunque.
Dopo la collaborazione tra Cindy Sherman e la maison giapponese Comme Des Garcons, ora è la volta della Goldin, divenuta famosa in passato per i suoi scatti controversi e socialmente impegnati che documentavano i margini della New York anni Ottanta. Ma se nel caso di Cindy Sherman la trovata non appare così controversa, per la Goldin le cose si prospettano in maniera leggermente differente: che dire di un’artista il cui segno distintivo è sempre stato un modo di fotografare impegnato e di denuncia, e che diventa da un giorno all’altro autrice di fotografie patinate prive di qualsiasi contenuto profondo se non quello pubblicitario? E soprattutto, perché incrinare un talento indiscusso per scatti come se ne vedono milioni, con le stesse inquadrature e le stesse modelle anoressiche?
– Alessandro Marzocchi
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